La rivolta dei baristi di Pandino: no alle colonnine e alle catenelle nell'area tavolini esterna

Durante il Consiglio comunale dello scorso lunedì, l'amministrazione di Pandino ha approvato l'entrata in vigore di un regolamento che impone a tutti i bar di via Umberto I e di piazza Vittorio Emanuele III, dove non ci sono marciapiedi, il posizionamento di dehors o paletti uniti da catenelle a delimitare l'area dei tavolini (che dovranno essere tutti color antracite) di modo da separare le persone sedute dal traffico veicolare, mettendole in sicurezza, in ottemperanza, si dice, dell'articolo 20 del Codice della Strada.

I baristi del centro storico di Pandino non sono affatto d'accordo: è un'operazione che reputano troppo costosa, soprattutto in periodo di crisi (parlano di una spesa di circa 3mila euro, tra acquisto delle colonnine e delle catenelle, con posizionamento tramite foratura, progetto, assicurazione, acquistare nuove sedie e tavolini del colore richiesto), non sanno a chi rivolgersi e non vogliono gestire la cosa, rispondendo di eventuali danni.

La minaccia che rivolgono all'Amministrazione è di ritirare i tavolini, e quindi non pagare più il plateatico.

«Alle casse del Comune verrebbero a mancare circa 15mila euro», stima Marcello Frati del Nasiunal.

«Se l'Amministrazione, usando il suo Ufficio Tecnico, progettasse l'intervento per ciascuno di noi, acquistasse le colonnine e le posizionasse e poi ci facesse pagare un tot all'anno per rientrare della spesa, potrebbe anche andare, ma così...», commenta Elena Signorini del Piccolo Bar.

In più, spiega Chicco Bondioli del Bar Castello, c'è il problema dei tempi: «Anche qualora decidessi di mettere i paletti, la ditta che ho sentito dice ci impiegherà un mese a fare tutto. Nel mentre, senza colonnine, io non posso mettere i tavoli, e questo è il periodo in cui si inizia a stare all'aperto e non posso perdere un mese. Mi domando perché l'Amministrazione non abbia deciso di fare entrare in vigore il regolamento in dicembre, di modo da darci il tempo di organizzarci. La tempistica ci complica le cose».

Anche la gestione delle colonnine viene vissuta come problematica: «Dobbiamo metterle giù senza danneggiare la pavimentazione stradale, in tal caso rispondiamo noi dei danni. Dobbiamo togliere le colonnine qualora restiamo chiusi per più di tre giorni consecutivi, e tappare il buco. I paletti spesso si rompono, quindi l'investimento non sarebbe neanche duraturo».

«Per quale motivo dovremmo mettere le catenelle? Per difendere il pedone? Se un'auto si schianta sui tavolini, la catenella lo ferma?», si chiede Barbara Mariani del Bar Mariani. Altra proposta che i baristi fanno, è di poter sostituire la soluzione catenelle con la soluzione vasi. Già il Bar Roma e il Piccolo Bar dispongono di vasi, che vorrebbero mettere ai quattro angoli dell'area all'aperto, magari - suggeriscono dal Bar Sport - unendo i vasi con catenelle. «Ma l'assessore Alessio Marazzi è contrarissimo al posizionamento di vasi».

Marazzi ha spiegato che la scelta, a lungo discussa con i baristi, è dovuta alla necessità di rispettare il Codice Stradale e che ormai non si può più procrastinare: si deve intervenire ora, che la Polizia Locale lo ha più volte incitato a prendere provvedimenti in materia, perché a Pandino in centro non ci sono marciapiedi.

«Lui è l'Assessore al commercio - chiosa Frati - e da lui ci aspettiamo che, perlomeno, non ci metta i bastoni tra le ruote e ci lasci lavorare in pace».
Silvia Tozzi