Assolto il tabaccaio che uccise un rapinatore

Il fatto avvenne nella tabaccheria di piazzale Baracca a Milano che Petrali, oggi 77enne, gestiva. In primo grado e in appello la pubblica accusa aveva chiesto nove anni di carcere per omicidio volontario. Condannato in primo grado per omicidio colposo, è stato assolto in appello per “legittima difesa putativa”. In sostanza, Giovanni Petrali ha sparato i colpi perché riteneva di trovarsi in pericolo, nonostante i due malviventi stessero già scappando. A difenderlo vi era suo figlio Marco. «Sono contento della sentenza – commenta Mario Orfei, capogruppo della minoranza in Consiglio comunale –. Non può essere definito killer chi reagisce di fronte a situazioni come questa. Durante una rapina è difficile rimanere lucidi. Paradossalmente fino a poco tempo fa si tendeva a proteggere maggiormente i malviventi che i commercianti vittime di questi reati». «Naturalmente mi fa piacere la sentenza di assoluzione definitiva del nostro concittadino Petrali – riporta una nota di Luigi Cordella, capogruppo del Carroccio in Consiglio comunale –. Sarebbe stato inaudito vedersi infliggere una condanna per avere difeso due cose preziosissime: la propria vita e il proprio lavoro. C'è anche da considerare che ci sono voluti la bellezza di 8 anni, l'assoluzione in appello e due avvocati prima di arrivare a ciò. Tempi abominevoli!». Anche gli attivisti della Lega Nord di Milano hanno sempre manifestato solidarietà nei confronti del tabaccaio rapinato. Proprio il giorno successivo alla sentenza, Antonio Petrali, figlio di Giovanni, e il gioielliere Giuseppe Maiocchi sono stati “corteggiati” dal capogruppo milanese della Lega Matteo Salvini, in vista delle elezioni comunali. «Non avendo seguito questo fatto di cronaca, non mi sono fatta un’opinione a riguardo» commenta, invece, il primo cittadino Lidia Rozzoni.

Lorenzo Invernizzi