Il costoso spostamento della farmacia e dell’ortopedia in un nuovo stabile non convince Rifondazione Comunista e Pdl. Spm sorpresa: «Si erano espressi molto favorevolmente»

Nelle scorse settimane la Società Paullese Multiservizi (Spm), realtà pubblica che gestisce la ex farmacia comunale, il centro natatorio con gli annessi impianti sportivi e il servizio mensa sul territorio, ha presentato un progetto volto al rilancio delle sue attività commerciali. Nel corso di una riunione, alla presenza dell’Amministrazione e dei Capigruppo consiliari, Spm aveva proposto l’apertura di un nuovo polo che accorpasse i servizi di ortopedia e farmacia e, oltre a ciò, divenisse un vero e proprio poliambulatorio specialistico. Per la collocazione del nuovo servizio, l’azienda aveva comunicato la scelta di un locale del gruppo Habitaria, sito all’interno di una struttura di futura costruzione in via Milano. Data però la consistente natura economica dell’operazione, che si attesterebbe attorno ai 700.000 e il milione di euro, il gruppo consiliare di Rifondazione Comunista aveva palesato alcune perplessità. «Il nostro giudizio sull’operazione – aveva commentato l’esponente Francesca Di Bella – così come proposta, è che essa pare costosa, azzardata ed eccessiva rispetto alle reali necessità del paese». Analoghe rimostranze erano in seguito giunte anche dal fronte politico opposto. «Il Pdl paullese – recita una nota diramata dalla compagine consiliare è nettamente contrario a una soluzione del genere, che andrebbe a indebitare ulteriormente il bilancio della Spm. Anche se è doveroso unire le due attività per risparmiare sui costi e sulla gestione, non è necessario l'acquisto di un nuovo immobile». In tal senso, i pidiellini avevano proposto alcune locazioni alternative, come il vecchio centro anziani di via Verdi o il nuovo centro socio assistenziale di San Tarcisio. Dal canto proprio, Spm ha accolto con sorpresa questa marcia indietro dei gruppi consiliari rimarcando come, all’atto della presentazione del progetto, ci fosse stata una generale condivisione. «Non siamo certo noi di Spm – ha dichiarato a 7giorni Isabella Giannini, esponente del Cda della società a poter spiegare il perché del mutato atteggiamento dei gruppi consiliari di Rifondazione e del Pdl, che si erano espressi molto favorevolmente nella riunione dei gruppi consiliari (e sottolineo il "molto") e ora sembrano volersi smarcare».

Alessandro Garlaschi