Paullo, le storie di Maria Luisa e Daniela: «Abbandonate dal Comune»

Maria Luisa vive in auto da marzo 2015, Debora ha tre figli e domani verrà sfrattata: «Il Comune dice che non ci sono soluzioni, ma le case vuote dell’Aler ci sono»

Daniela P. e Maria Luisa R.

Daniela P. e Maria Luisa R.

La storia di Maria Luisa: «Forse per avere una casa dovrei fingermi straniera»

Le storie di Maria Luisa e Daniela, due cittadine di Paullo, hanno dell’incredibile e purtroppo casi come il loro ne esistono a centinaia, tutti con un punto in comune: cittadini italiani che vengono considerati di serie b e il cui futuro viene lasciato in mano al destino. Maria Luisa R. vive nella propria automobile, una Fiat 600, da marzo 2015. Ora attende di comparire nella lista di nominativi nel bando per l’assegnazione di un alloggio popolare che terminerà a fine settembre, poi sarà costretta a un’attesa di altri sei mesi. Chiede aiuto e sostegno al Comune da tempo immemore, ma è ancora in mezzo alla strada: «Mi sento tradita come cittadina italiana – racconta Maria Luisa – soprattutto quando vedi che profughi e immigrati hanno più diritti di te. Forse per ottenere un tetto sulla testa dovrei fingermi straniera. Posso contare sui 400 euro della mobilità e non ho diritto all’assegnazione diretta di una casa perché non ho minori a carico. In questi giorni la mia auto era dal meccanico, quindi per spostarmi dovevo usare una bicicletta e dormire all’agghiaccio, per fortuna però fa caldo. L’abitudine a passare le notti in auto mi causa dolori costanti alla schiena e al bacino. Avevo trovato un lavoro ma è durato pochi giorni, successivamente ho convissuto, ma a marzo 2015 il mio ex compagno mi ha mandato via. A quel punto per 80 euro al mese ho trovato un box sempre qui a Paullo – continua -  mentre ora ho solo la mia auto e tengo tutte le mie cose in un garage. Mi sono recata spesso nel Comune della mia città, ma mi è sempre stato ripetuto che non ci sono soluzioni, cosa del tutto falsa. Una mia figlia vive in una casa dell’Aler, e per un mese mi ha potuto ospitare, ma anche lei versa in una situazione economica drammatica, ha dei figli da mantenere e il marito non lavora. Sotto di lei vi era un appartamento che rimase vuoto per un anno, eppure il Comune me lo ha negato anche temporaneamente. Qui non c’è umanità – conclude - non si aiutano i cittadini in difficoltà come me, e non mi reputo considerata di serie B, piuttosto di serie “sotto lo zero”. Mi sento presa in giro». 

Maria Luisa ha preso la parola anche nel corso della serata del 19 luglio avente come tema la tendopoli di Peschiera Borromeo, era visibilmente commossa, ma come dice lei «Non mi vergogno nel raccontare la mia storia, non ho più niente da perdere». Soffre di depressione, la sua vita è a Paullo, e nonostante questo volevano mandarla a Quartoggiaro, oppure le hanno consigliato di condividere un appartamento con altre signore: «Mi hanno tolto anche la dignità – conclude Maria Luisa - io rispetto la legge, per questo non mi metto ad occupare abusivamente uno stabile come fanno altri, ma sale la rabbia quando vedi che alcuni in via Sacco e Vanzetti non pagano da 20 anni l’affitto, altri che hanno la residenza alle popolari ma vivono a Milano, o quando vedi altre persone passarti davanti e che non sono nemmeno italiane, ma che a quanto pare hanno determinati requisiti». 

La storia di Daniela: «Mi lasciano in mezzo alla strada con tre bambini»

Anche Debora P. vive a Paullo, e la sua storia è in egual modo umanamente inconcepibile. Da giovedì 21 luglio lei, suo marito, la madre anziana e tre figli, resteranno senza casa. Lo sfratto è imminente: non riuscivano più a pagare l’affitto di 750 euro al mese poiché il marito perse il lavoro. Ora lui ha un contratto a tempo indeterminato, e da dicembre-gennaio cercano una nuova casa in affitto ma senza successo. Infatti le agenzie sono restie ad affittare un appartamento a chi ha alle spalle questa storia di morosità. 

Come Maria Luisa, Daniela P. ha chiesto aiuto al Comune di Paullo: «La mia situazione è diversa, non pretendevo una casa popolare, chiedevo umilmente che il Comune facesse solo da mediatore con un’agenzia, così da ottenere un’abitazione. Basterebbe una telefonata, ma le “soluzioni” che invece mi sono state proposte non le considero nemmeno tali. Mi hanno detto di portare i bambini in una casa famiglia, mentre io, mio marito e mia madre ci arrangiassimo. Come si può solo immaginare di separare dei bambini dai loro genitori? E senza l’intervento del tribunale dei Minori. Mi avevano anche proposto - continua Daniela - di pagare tre mesi di affitto, ma la situazione non sarebbe cambiata dal momento in cui per le agenzie non abbiamo i requisiti validi per avere un appartamento, e sono andata fino a Crema per trovarne uno. E ora, nonostante l’emergenza attuale, non considerano l’idea di darci un appartamento Aler, eppure conosco una persona come me che lo ha ottenuto senza fare telefonate o svolgere richieste come la sottoscritta. Non riesco a mangiare - conclude - o a dormire, non so cosa fare. Gli appartamenti ci sono ma non ci considerano, ci lasciano a noi stessi. Nel sociale e nell'aiutare il prossimo il nostro Comune può e deve fare di più, ne abbiamo il diritto». 

L’Ufficio Tecnico del Comune, in merito al bando per le case Aler scrisse su “Il Cittadino, Rete Civica Milano”: «Negli anni 80/90 sono stati realizzati tre insediamenti Aler. In via Moro, innanzitutto, si trovano due complessi per un totale di 150 famiglie. In via Sacco e Vanzetti, poi, lungo la circonvallazione esistono 60/70 appartamenti e in via del Ronco disponiamo di 65 appartamenti che risalgono agli anni 84/85. Tutte queste case sono oggetto del bando Aler. Poi verrà redatta una regolare graduatoria in modo da poter chiamare le persone con i giusti requisiti nel momento in cui si libera una casa. Solitamente il numero delle domande per una casa popolare supera quello degli appartamenti disponibili, anche se a Paullo la quantità di alloggi pubblici è superiore alla media».

Si attendono dichiarazioni provenienti dall'Amministrazione e dal sindaco Lorenzini che abbiamo cercato di contattare.