Molestatori di bambini a piede libero, aziende che vendono smart drugs, e sparatorie da far west

Mentre infuriano le polemiche sull’utilità o meno del numero verde sulle illegalità, incredibili episodi passano in sordina, senza che maggioranza o opposizione, troppo impegnati a litigare fra loro,  muovano un dito.  Come finirà?

 

Molestatori di bambini liberi di agire, aziende che spacciano droga alla luce del sole, sparatorie in piazza. Questi i misteri di Peschiera, che nessuno ha avuto il coraggio di raccontare.

 Le tragiche vicende di Yara riportano alla luce un increscioso fatto che nessuno ha mai preso sul serio. Nel febbraio 2010, Paride Orfei, il presidente della Scuola di Circo, e il padre di una allieva della scuola hanno sporto una denuncia contro ignoti, alla stazione dei Carabinieri di Peschiera, per le molestie che un uomo di circa 60 anni aveva fatto alla piccola artista, durante i festeggiamenti del Carnevale ambrosiano.
Con la denuncia è stato fornito un supporto elettronico con le immagini del losco individuo, catturate per caso dall’obiettivo di uno dei presenti alla festa, insieme alla disponibilità di altri 100 genitori partecipanti di testimoniare in merito all’atteggiamento lascivo del presunto molestatore. Nonostante le segnalazioni, l’uomo, non essendo noto alle Forze dell’ordine, continuava a girare libero per Peschiera, importunando, secondo alcune testimonianze raccolte dai nostri cronisti, numerosi altri bambini. In un caldo pomeriggio estivo è successo che l’individuo sia stato riconosciuto in un locale pubblico; chiamati immediatamente i Carabinieri, i Militari dell’Arma, intervenuti dopo circa un’ora, hanno identificato finalmente l’uomo. Ma tutto questo non è bastato: l’infido individuo continua imperterrito a girare per la città e i firmatari della denuncia non sono mai stati informati degli eventuali sviluppi delle indagini; nessuno degli oltre 100 genitori presenti è stato ascoltato dagli inquirenti. L’unica cosa certa è che un potenziale pericolo si aggira in città.
Si è fatto abbastanza?
Nell’aprile 2009 vi abbiamo raccontato della La Vu-Du® Tessier-Ashpool Srl, con sede in via Grandi 25, che trincerandosi dietro a una legislazione carente, commercializzava sostanze pericolose. Il nostro era un grido di allarme, che nessuno ha raccolto fino a quando alcuni giovani non sono rimasti intossicati in Campania e allora un’operazione di Polizia interforze ha portato all’arresto del titolare e dei dipendenti di questa azienda, non più di qualche giorno fa. Si poteva evitare tutto questo facendo un’indagine più accurata?
Giovedì 7 ottobre 2010, verso sera, in un bar di Peschiera Borromeo, è avvenuto un inquietante episodio. Una discussione fra alcuni avventori si è trasformata in una rissa a più round, culminata con un tentativo di sparatoria, non andato a buon fine per il coraggioso intervento dei gestori del bar. Dalle testimonianze raccolte dai nostri cronisti, sembra che i titolari del bar abbiano invitato i tre sconosciuti ad allontanarsi dal locale, in seguito al susseguirsi di violente animosità con alcuni clienti. I tre, allontanatosi in un primo tempo, sono tornati armati di accetta e pistola. Solo il valoroso intervento del titolare del bar ha scongiurato il peggio. L’uomo, infatti, con un movimento fulmineo ha immobilizzato l’individuo munito di accetta. L’altro sconosciuto, che impugnava la pistola, ha tentato di sparare, ma l’arma si è inceppata. I tre sconosciuti, allora, sono scappati a bordo di un’autovettura  sportiva. Pochi minuti dopo, due dei tre criminali sono tornati davanti al locale e, passando con l’automobile, hanno esploso un colpo di pistola; lo sparo, udito dai residenti della zona, ha messo in allarme i Carabinieri che, intervenuti su posto, non hanno potuto fare altro che raccogliere le testimonianze dell’accaduto. «È stato terribile – ci racconta uno dei numerosi presenti al fatto - tutti noi, al sopraggiungere di quei pazzi, con la pistola in mano, ci siamo buttati a terra». Di questi fatti, avevamo chiesto maggiori informazioni sugli sviluppi delle indagini agli organi competenti; addirittura, alle nostre prime timide richieste, nessuno ci ha detto nulla, né la Polizia, né i Carabinieri, né l’Assessorato competente. Solo dopo che abbiamo scoperto le nostre carte e le testimonianze raccolte, ci è stato riferito che si trattava di una faccenda delicata e che sarebbe stato il caso di non pubblicare alcuna notizia fino al termine delle indagini. Consapevoli dei danni che una notizia può determinare in simili casi, il nostro senso di responsabilità verso la famiglia peschierese coinvolta ci ha spinti ad attenerci alla richiesta degli inquirenti. Ma oggi, dopo tre mesi, vi raccontiamo tutto, perché ancora una volta degli sviluppi dell’indagine non si sa nulla.

 

Giorgio Tondi

Guarda i Video