Il rave party in un capannone dismesso finisce in tragedia

Il 23enne non ce l’ha fatta
È morto M.S., il ragazzo che domenica 9 ottobre era caduto da un lucernario, verso le prime luci della mattina, da un’altezza di circa 7 metri, durante un rave party non autorizzato e organizzato in un capannone dismesso, situato nel Comune di Peschiera Borromeo, lungo la Paullese.

È stato reso noto che i genitori hanno dato l’autorizzazione all’espianto di organi del figlio. Insieme a lui c’era una ragazza (F.S.D.), di un anno più grande, ricoverata presso l’ospedale Humanitas di Rozzano. La ventiquattrenne ha riportato alcune fratture, ma non è mai stata in pericolo di vita. Le sue condizioni, al momento, sono migliorate. Si è detto che fossero saliti insieme a quell’altezza per ballare o per sventolare una bandiera. Forse per guardare il primo chiarore del mattino. Centinaia e centinaia le persone che in quella seconda domenica di ottobre erano giunte dal Centro e dal Nord d’Italia per quel rave allestito in un’ex cartiera di cui è stato sfondato il cancello e violata la proprietà privata. Elevato il numero di auto parcheggiate a notte fonda in prossimità del km 5 della Strada provinciale 415. I Carabinieri della compagnia di San Donato Milanese erano intervenuti per cercare di allontanare i giovani accorsi in quell’area del Sud Est Milano. Mentre lavoravano, un gruppo di ragazzi li ha chiamati per chiedere aiuto e soccorso. M.S. era stato trasportato in gravissime condizioni con l’eliambulanza all’ospedale Niguarda di Milano.

Alessandra Moscheri