L'incantevole arte circense è alla portata di tutti, alla scuola di Paride e Sneja Orfei. Ma il Piccolo Circo dei Sogni troverà ancora spazio in città?

La scuola internazionale di arte circense, guidata da Paride Orfei ha messo in scena anche quest’anno uno splendido saggio in quattro atti. Il 12 e 13 maggio è toccato ai giovanissimi e alle matricole; il 19 e 20 maggio agli allievi esperti e già navigati. Lo spirito della scuola è tutto, non a caso, racchiuso nel nome: “Piccolo Circo dei Sogni”, dove la grazia, la preparazione atletica, l’abilità, si uniscono in un connubio entusiasmante, che agli occhi del pubblico si presenta come un grande viaggio onirico ai confini della realtà, sfidando la gravità e la fisica.

Lo spirito che anima gli allievi della scuola di circo, è ben rappresentato dalla responsabile del corpo docente Sneja, che insieme agli altri maestri trasmette ai ragazzi uno spirito di squadra difficilmente riscontrabile in altre discipline sportive. L’importante non è la prestazione ma l’armonia con cui si rincorrono gli obiettivi, diversi per ognuno ma raggiungibili solo con la collaborazione di tutti. Acquistare sicurezza in se stessi e nelle proprie capacità è l’insegnamento che viene trasmesso agli alunni della scuola, preparandoli ad affrontare il pubblico e a vincere l’emozione e la timidezza, enormi ostacoli per gli adolescenti. Durante lo spettacolo del 19 maggio, numerosi gli ospiti di Paride Orfei, fra i quali sua zia Liana Orfei, responsabile del Trofeo Internazionale Golden Circus, vinto nella categoria giovani quest’anno da Cristian Orfei (il figlio 14enne di Paride e Sneja) e dalla pantigliatese Giada Carioni. Quest’anno è sicuramente l’ultima volta che si svolgono i saggi del Piccolo Circo dei Sogni nell’area di via Carducci a Peschiera Borromeo. La famiglia Orfei per restare in città ha chiesto la disponibilità di una area dove installare definitivamente la scuola, ma dal Comune per ora non è arrivato alcun atto ufficiale: «Mi dispiacerebbe andarmene, ma per il momento non abbiamo alcun titolo per occupare quest’area».

Giulio Carnevale