Peschiera Città denuclearizzata? Occasione persa, per il PD

In sostanza tale mozione, oltre a chiedere di rendere indisponibile il territorio comunale a qualunque tipo di attività legata all’energia nucleare e a continuare nella direzione di politiche di risparmio energetico ed energie rinnovabili, puntava ad ottenere la segnalazione, nei cartelli d’accesso al territorio cittadino, la denominazione di “Città denuclearizzata”. Di fatto, tuttavia, la discussione di tale mozione è giunta solo pochi giorni fa, nell’ambito cioè della seduta consigliare di lunedì 13 giugno scorso. Ortugno, pur contrariato dai rinvii, ha tuttavia evidenziato come, quella data, abbia fatto cadere la discussione proprio a seguito dei referendum del weekend del 12-13 giugno, che hanno sancito l’abrogazione del nucleare in Italia, a favore dell’investimento in fonti energetiche alternative. L’esito della votazione, tuttavia, ha avuto un esito contrario agli auspici del PD e del suo capogruppo: ai voti favorevoli di Partito Democratico, Rifondazione Comunista, Futuro e libertà, Gruppo Misto e Sinistra Ecologia e Libertà, si sono infatti opposti i pareri dei Consiglieri di Lega Nord e Popolo della Libertà. Oltre a ciò, tuttavia, un dato significativo da registrare è che, oltre all’astensione del Sindaco Falletta e del Vice Presidente del Consiglio Comunale Mario Moro, si è verificato l’abbandono dell’aula da parte di diversi esponenti della maggioranza, tra i quali Luciano Buonocore, fondatore di PDL – destra libertaria, nonché Presidente del Consiglio Comunale. «Avremmo potuto essere il primo comune italiano – ha precisato Francesco Ortugno - a fregiarci del titolo di “Città denuclearizzata”, avremmo potuto dimostrare come la politica per una volta cammina insieme ai cittadini e li sa ascoltare. Peccato davvero, un voto trasversale sarebbe stato apprezzato da tutti e per una volta sarebbe stato il segnale che la politica sa stare al passo con i cittadini. Ancora una volta PDL e Lega Nord hanno dimostrato di non essere in sintonia con il paese reale!».

Alessandro Garlaschi