A dire no alla moschea ora è anche la consulta interculturale


A mobilitarsi è stato l’onorevole leghista Marco Rondini, che coi suoi militanti è sceso nelle piazze dei comuni di Peschiera, San Donato, San Giuliano, Rozzano, Lacchiarella, Binasco, Casarile, Mediglia ed Opera e ha organizzato una raccolta firme che solo in due fine settimana, uno a luglio e uno a settembre, ha raggiunto quota 5000, a dimostrazione che i cittadini sudmilanesi questa proposta non la vogliono neanche considerare come ipotesi. “Alla luce dei fatti di cronaca - ha detto Rondini - in particolare quella giudiziaria, connessi a viale Jenner, io dico no sempre e comunque alla costruzione di una moschea e luoghi di culto islamici. Il prefetto dovrebbe incominciare a rimboccarsi le maniche e fare qualcosa, perché ci sono già molti problemi nel sud Milano, bisogna risolverli e non crearne altri”.
Di parere simile il consigliere sangiulianese Stefano Dornetti: “In San Giuliano Milanese 900 cittadini hanno sottoscritto la nostra raccolta firme popolare per un ulteriore forte “no” della eventuale presenza di una moschea nel territorio del nostro comune e dintorni,  e ad ogni forma di aggregazione di coloro che non rispettano le nostre tradizioni, i nostri valori civili e storici”.
Finchè è il gruppo del Carroccio a insorgere, nulla di nuovo. Ma se a dire no è anche Mokhtar Shahat,  presidente della consulta interculturale di San Giuliano Milanese, musulmano ed egiziano, è ancora più significativo: “Non sono d’accordo perché se così fosse si trasferirebbero i problemi che ora sono di viale Jenner nel sud Milano e non ha senso. Stiamo parlando di un numero notevole di musulmani concentrati solo in un unico luogo, è assurdo sia dal punto di vista dello spazio, che del traffico che della viabilità. Non ha senso poi che un musulmano che sia dalla parte opposta di Milano debba attraversare tutta la città per pregare. Quale sarebbe la soluzione più auspicabile? Mantenere più luoghi di culto sparsi in tutto il territorio milanese, in modo da non creare disagi sia per i cittadini musulmani che per i residenti in zona”.

Stefania Pellegrini