Gruppo San Donato: individuati altri 9 pazienti in regime di solvenza in aree di degenza destinate a pazienti del Sistema Sanitario Nazionale

Proseguono le ispezioni di Ats, dopo quanto emerso al Policlinico sandonatese. In particolare, 5 pazienti si trovano al San Raffaele e 4 a Villa Turro. Gallera: «Nel 2019 le strutture risultano aver assolto il loro mandato istituzionale»

L'ospedale San Raffaele di Segrate

L'ospedale San Raffaele di Segrate

Il Gruppo Ospedaliero San Donato è ancora sotto i riflettori, dopo quanto emerso dalle ispezioni dell’Azienda di tutela della salute (Ats) di Città Metropolitana lo scorso 24 gennaio presso il Policlinico sandonatese. Continuando i controlli presso le altre strutture del Gruppo San Donato, infatti, è emersa la presenza di 5 pazienti libici solventi in un’area di degenza dell’ospedale San Raffaele destinata a pazienti del Sistema Sanitario Nazionale e la Direzione ospedaliera ha dichiarato la presenza di ulteriori 4 pazienti libici presso il presidio Villa Turro, che fa riferimento allo stesso Gruppo. Lo fa sapere l'assessore al Welfare della Regione, Giulio Gallera. L’ATS sta proseguendo le verifiche riguardo la situazione emersa, finalizzate a verificare in particolare se tali attività abbiano impattato negativamente sull’attività istituzionale. 

«Dai dati ancora non conclusivi relativi all’attività 2019 (manca ancora per tutte le strutture la rendicontazione del mese di dicembre), le tre strutture del Gruppo San Donato – chiarisce Gallera - non risultano avere scostamenti significativi dal budget contrattuale assegnato dalla ATS per lo svolgimento delle attività del Sistema Sanitario Nazionale e quindi nel 2019 risultano aver assolto il loro mandato istituzionale». Resta tuttavia da accertare quanti pazienti libici siano stati complessivamente ricoverati in questi mesi e si sta provvedendo a contestare alle strutture la mancata preventiva autorizzazione a modificare l’assetto accreditato e a contratto, in quanto tali modificazioni organizzative sono vietate dalla normativa vigente. Le contestazioni all’erogatore comporteranno l’applicazione delle sanzioni previste per tale tipologia di violazioni.

«Il confronto autorizzativo preventivo, peraltro, oltre a rispettare quanto previsto dalle Regole di Sistema, avrebbe potuto far rientrare tale situazione in un corretto percorso di collaborazione internazionale - spiega Gallera - senza provocare ripercussioni sull’attività istituzionale che le strutture devono garantire al sistema di cui fanno parte. L’attività programmatoria e di controllo che Regione sta costantemente incrementando anche per il tramite delle ATS consentirà di monitorare sempre più nello specifico le diverse tipologie di attività offerte dagli Enti erogatori».
Redazione Web

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