“Diabete e Solidarietà” ha oltre 4000 iscritti

La giornata è andata molto bene con un buon riscontro di cittadini che si sono recati all’associazione. «É ormai noto anche ai non addetti ai lavori che la scoperta del diabete in fase precoce - ha dichiarato la dottoressa Maria Spina, fondatrice dell’associazione - evita tutti i guai delle complicanze che questa malattia, quando trascurata, può provocare.
L'importanza di avere creato una Giornata Mondiale dedicata a ricordare l'esistenza di questa malattia, è dovuto al fatto che, per la grande quantità di soggetti colpiti, assomiglia ad una vera e proprio epidemia. Gli screening glicemici gratuiti devono sensibilizzare tutti coloro che diabetici non sono, proprio per fornire informazioni capaci di prevenirlo a quei soggetti che hanno familiarità per la stessa. Questi eventi devono essere pubblicizzati perché la loro esecuzione offre un servizio alla popolazione di grande utilità. Nelle nostre intenzioni c'è quella di fare degli screening, una pratica di prevenzione sistematica anche in futuro» - ha concluso.
Ma l’associazione Diabete e solidarietà è attiva anche sotto l’aspetto dei corsi. L’ultimo organizzato è un corso di sostegno psicologico per diabetici. Il corso aiuterà queste persone all’accettazione della malattia e della terapia stessa. Il progetto è partito a novembre. «Questo corso è potuto partire grazie ad alcune donazioni – ha dichiarato la dottoressa Spina. L’Asl metterà a disposizione uno spazio all’interno della struttura e il mobilio adatto alla situazione è stato acquistato attraverso an’altra donazione». Ma l’associazione è già pronta a partire con nuovi progetti: «Stiamo aspettando ancora alcune donazioni per far partire un nuovo progetto.
Questo riguarderà le attività motorie. Avremo bisogno di due personal trainer per obbligare i pazienti a fare del movimento. È importante il movimento del tronco inferiore per i pazienti che soffrono di diabete».
L’associazione, che è nata nel 1993 fondata dalla dottoressa Spina, vanta ora più di 4mila associati che arrivano da tutta la Lombardia.
«Ho molti pazienti che arrivano da Rozzano, e per me questo è un grande vanto perché li c’è L’Hu­manitas - ha spiegato la dottoressa. C’è addirittura un paziente che arriva direttamente da Londra». La particolarità dell’associazione è che il paziente fa tutto all’interno della struttura, impegnative e prenotazioni. Senza che i pazienti vadano girovagando».

Jennifer Marfia