Fra scioperi e proteste, l’ultimo tentativo per salvare Genia: un ricorso al Consiglio di Stato

Anche a seguito di tale episodio, hanno preso corpo due giornate di protesta dei lavoratori della multiservizi, volte, da un lato, a denunciare il fatto che il taglio dei posti di lavoro fosse motivato dall’intenzione di attuare gare d’appalto al ribasso per favorire eventuali acquirenti e, dall’altro, a chiedere ufficialmente la riapertura di un banco di trattativa tra il Comune e la Società. La prima protesta, andata in scena il 16 marzo, è consistita in un presidio dei lavoratori che si sono radunati in numero consistente di fronte all’entrata del municipio, mentre la seconda, ancora più radicale, ha assunto la forma di uno sciopero generale il giorno 21 marzo, cui si è accompagnato un corposo corteo lungo le principali vie della città. «Mi manca poco alla pensione – ha dichiarato uno dei dipendenti presente alle manifestazioni – e adesso rischio di trovarmi in mezzo alla strada. Il Commissario può anche decidere di fare fallire Genia, ma comunque i debiti restano! Eppure, i servizi forniti dalla Società possono offrire un grande margine di guadagno, basterebbe solo una gestione più oculata». Parallelamente, i Sindacati hanno presentato ricorso al TAR, allo scopo di ottenere la sospensione delle delibere del Commissario, ma l’esito è stato negativo. Nonostante ciò, ha fatto sapere Antonio Bagnaschi, rappresentante sindacale, verrà a breve presentato un ricorso anche al Consiglio di Stato, a cui potrebbero seguire un altro sciopero generale e un blocco degli straordinari, in date ancora da definirsi. Tuttavia, come sostiene sempre Bagnaschi, le aspettative circa positivi riscontri sono al momento molto basse.

Alessandro Garlaschi