Neolaureata in Beni culturali, a L’Aquila per ritrovare un quadro antico nelle macerie

Un impegno scandito dalle ore passate sui libri tra via Roma, dove vive, e la biblioteca comunale. A dicembre, le capita un’occasione d’oro. Grazie a un progetto promosso dall’Università Statale e dalla Misericordia S. Ambrogio di Milano (associazione laica di volontariato), alcune laureate in Storia dell’arte partono alla volta dell’Abruzzo, destinazione L’Aquila, per una missione di recupero del patrimonio artistico, che il sisma dello scorso aprile ha seppellito sotto cumuli di macerie. Tra queste, Stella.
Una settimana di scavi sotto la neve a Santa Maria Paganica, uno dei punti nevralgici di quel deserto ferito che è il centro storico aquilano, oggi zona rossa in cui, per entrare, occorre esibire un apposito permesso. I fiocchi attraversavano la volta scoperchiata e si posavano sui pezzi di parete abbattuti. Qui, le ragazze, con la supervisione dell’archeologo Torrieri e la presenza dei vigili del fuoco, hanno scavato alla ricerca di una tela del pittore Vincenzo Damini, che sapevano trovarsi sotto le macerie. «Non eravamo sicure di trovarla» racconta Stella, «poi, nel grigio della polvere hanno fatto capolino punte di colore, infine la firma del Damini». La scarsa umidità ha permesso alla tela di conservarsi. Il ritrovamento ha un alto valore simbolico. «Si tratta di una sacra famiglia ed è stato emozionante trarla in salvo sotto Natale». Certo, non è l’unica immagine che Stella ha riportato con sé a casa, a San Giuliano. «Ricordo le case sventrate rimaste come allora, con le ciabatte ai piedi del letto. E gli aquilani, che ci vedevano tornare dalla zona rossa e domandavano “come sta?”, quasi si informassero della salute di un parente».

Sara Marmifero