Il futuro della Casa Famiglia è nelle mani dell'Amministrazione di Segrate. Rimane però qualche perplessità...

Come promesso dall'Amministrazione comunale di Segrate all'opposizione, lunedi 7 novembre è stata convocata la Commissione Servizi alla Persona. Tema urgente da affrontare, era sicuramente la situazione della Casa Famiglia di Segrate, un centro di accoglienza per i bambini maltrattati, affidato in co-gestione alla cooperativa Rosa di Gerico

Sulla struttura era infuriata la polemica dell'opposizione in merito ai ritardi accumulati alla sua apertura e alla procedura di assegnazione dell'immobile alla cooperativa. All’incontro, l'assessore ai Servizi sociali Mario Grioni ha spiegato che, subito dopo l'inaugurazione della struttura di accoglienza, collocata in un appartamento confiscato alla mafia in via Pertini, si sono verificati alcuni problemi di tipo burocratico e finanziario. Grioni ha parlato di un problema relativo a un mutuo pendente, poi coperto dalla Regione Lombardia, e di alcuni controlli che l'Asl doveva ancora ultimare.

Secondo Grioni, però, il 26 settembre scorso la Casa Famiglia ha iniziato la sua attività, inviando informative a 350 Comuni interessati a convenzionarsi con la cooperativa Rosa di Gerico, alla quale si aggiunge – a quanto pare – l’imminente arrivo di tre bambini affidati dal Tribunale. Ma le perplessità non sono finite. Secondo un servizio televisivo realizzato dal mensile "AE Altreconomie", sembrerebbe che l'assegnazione di questo progetto umanitario sia stata affidata alla Onlus, senza avere indetto un regolare bando pubblico, forse perché all'interno del team dei Consiglieri della Onlus c'era proprio l'assessore al Territorio di Segrate, Angelo Zanoli. Quest’ultimo ha precisato che l'iniziativa è nata tra il 2008 e il 2009, quando un ufficiale di Polizia che si occupa di ragazzini maltrattati lo ha coinvolto nel proposito e gli ha chiesto di trovare uno sponsor. Subito l’Assessore si è messo a disposizione ed è stato nominato Presidente onorario.

L'idea della villa sequestrata alla mafia è arrivata successivamente, insieme alla possibilità di creare quella sinergia tra Rosa di Gerico e il progetto di una Casa Famiglia nel locale confiscato. Circostanze che lo hanno condotto a rassegnare le dimissioni dal Consiglio della Onlus. I consiglieri del Pd Pietro Cattorini e Liliana Radaelli, però, non sono convinti. Innanzitutto, sembrano mancare le ragioni che hanno spinto l'Amministrazione a scegliere questo tipo di servizio, piuttosto che uno "mamma-bambino". Secondo i due Consiglieri, appoggiati anche da Paola Monti di Insieme per Segrate, Paolo Micheli di Segrate Nostra e Antonio Berardinucci di Idv, mancherebbe una chiara analisi del bisogno reale del tipo di servizio. Inoltre, la legge indica preferibilmente un bando a evidenza pubblica che, in questo caso, è stato evitato, senza un'evidente motivazione.


Susanna Tosti