La «scelta sofferta» di Luca Ruffino: il silenzio

Nell'inchiesta Aler indagato anche l'amministratore di San Felice Luca Ruffino

Travolto dalla bufera giudiziaria abbattutasi sul Pirellone e finito sulle pagine “scottanti” della cronaca politica nazionale anche l’amministratore del quartiere segratese di San Felice, Giuseppe Luca Reale Ruffino. Attualmente amministratore “in prorogatio” nell’assemblea di marzo non ha raggiunto i millesimi sufficienti per il rinnovo del suo mandato – il suo nome figura tra le dodici persone indagate a vario titolo per turbativa d’asta, corruzione e illecito contributo elettorale. Ci riferiamo all’indagine condotta dalla Procura di Milano che coinvolge Romano La Russa, assessore regionale alla sicurezza, il consigliere comunale Pdl e genero di La Russa, Marco Osnato, e Gianfranco Baldassarre, assessore comunale a San Donato Milanese, indagati sulle irregolarità nella gestione dell’Aler (Azienda lombarda edilizia residenziale) e per l’ipotesi di “irregolarità di fondi per le campagne elettorali”. Per gli inquirenti Luca Ruffino sarebbe, si è letto su molte testate giornalistiche, uno dei cinque Service Manager – amministratori di plessi condominiali coinvolti in concorso con dirigenti Aler nel frazionamento degli appalti a diverse ditte, per eludere gare a evidenza pubblica. L’accusa di “illecito finanziamento” riguarda invece un contributo elettorale corrisposto per finanziare candidature, tra i beneficiari sia La Russa sia Osnato; a pagare le fatture sarebbe stato, secondo i pubblici ministeri Romanelli e Sangermano, sempre Luca Ruffino a cui si contesta di non aver fatto deliberare né iscrivere a bilancio i finanziamenti erogati. La nostra redazione ha cercato di incontrare Ruffino per una dichiarazione in merito ai fatti riportati, questa la sua risposta: «Essendoci un’inchiesta in corso, per scelta molto sofferta ho deciso di non rilasciare nessuna dichiarazione nel rispetto dell’attività degli organi inquirenti, nei confronti dei quali ripongo la più totale fiducia». Intanto, a San Felice la gente parla e si chiede se ci sarà o no una sua ricandidatura all’assemblea straordinaria prevista a giugno; i commenti per strada variano da «si tratta delle solite montature giornalistiche, solo pettegolezzi» a «un avviso di garanzia non è una condanna», fino ai giudizi più duri. L’ultima parola però spetta ai giudici.

Cristiana Pisani