Posteggi a Milano 2, si attende la sentenza del Tar

Posteggi coperti a Milano 2

 Scarsa partecipazione dei residenti di Milano 2 all’incontro organizzato per fare un po’ di chiarezza sulla vicenda giudiziaria in merito alle aree parcheggio sottostanti le cosiddette residenze a biscione, posti auto considerati da sempre dagli abitanti del quartiere e dal Comune vincolati a uso pubblico, ritenute invece zone non asservite dalla Com.it, l’azienda che nell’aprile 2011 le ha acquistate per un prezzo d’occasione. Convinto di aver fatto un buon investimento nonostante le grane che sta affrontando, l’ingegner Betti, amministratore della Com.it, si è reso disponibile a spiegare ai pochi intervenuti ciò che sta accadendo. «A scatenare le nostre pesanti reazioni - un ricorso al Tar e vari esposti in Procura - il “blitz” di luglio in cui, a seguito di varie ordinanze comunali, sono stati portati via i cancelli e le sbarre con cui avevamo recintato i parcheggi di nostra proprietà per metterli a norma e renderli poi posti a pagamento». Ai giudici spetterà il difficile compito di dipanare questa confusa matassa che affonda le radici negli anni Settanta, quando Edilnord – realizzatrice di MI2 – e Comune firmarono la convenzione che in un successivo atto integrativo fu “blindata”. Poi nel 1983, termine di scadenza per la sua attuazione, per motivi inspiegabili, la cessione pubblica delle aree sosta - diversamente da ciò che avvenne per scuole, strade, farmacia e fognature - non si tramutò in atto. I posteggi furono vincolati solo nel 1992 con un atto ricognitivo di attuazione di convenzione urbanistica tra Comune e Fondo Mario Negri – divenuto nel 1977 il proprietario – oggi “pomo della discordia” nella battaglia legale, ritenuto senza alcuna validità dall’ingegner Betti in quanto modifica una convenzione precedentemente “blindata”. Non resta che attendere la sentenza del Tar, chiamato a esprimersi in via incidentale sulla validità dell’atto ricognitivo; convinto più che mai di vincere e intenzionato a difendere gli spazi regolarmente acquistati, l’ingegner Betti sventola una sentenza della Cassazione in cui si legge: “Assai discussa è l’efficacia degli atti ricognitivi aventi a oggetto il diritto di proprietà e gli altri diritti reali”. A breve ci sarà il “tentativo di conciliazione”, poi si vedrà, intanto nei garage non regna solo il caos burocratico.

Cristiana Pisani