800mila euro in lingotti d'oro rubati in un caveau, così una famiglia di orafi si è vista spazzolare una cospicua eredità

«Una causa che potrebbe durare anni». Questo il commento dei familiari di Marco Cocchi, orafo milanese che per una rapina in banca ha perso gran parte della sua eredità. 800mila euro il valore dei lingotti che l'uomo aveva depositato in una banca di Caleppio di Settala.

Una ricchezza che da due decenni giaceva nel caveau di una filiale che si trova in prossimità della strada Cerca. Un istituto che nel corso della primavera è stato preso di mira da una banda che è riuscita a mettere a segno un colpo milionario. Secondo la testimonianza dei congiunti dell’orafo, nel mese di maggio, quattro ladri, dopo aver superato una recinzione, sono riusciti a raggiungere da un cortile una grata di sicurezza e a forzarla con un cric. Da lì sarebbero entrati nel vespaio dell'edificio, di circa 70 cm. e intorno alle 16, verso l’ orario di chiusura, avrebbero fatto irruzione nella banca. I dipendenti, che erano negli uffici, sono stati chiusi in uno stanzino e a quel punto i rapinatori sono riusciti a derubare un terzo delle cassette. Dopo questo fatto, la famiglia Cocchi ha intrapreso un’azione legale contro l’importante gruppo bancario perché la cospicua somma di denaro depositato non verrebbe rimborsata in maniera adeguata. «La copertura assicurativa prevederebbe un rimborso di circa 2.500 euro. Abbiamo intrapreso un’azione legale - fanno sapere i Cocchi –, ci chiediamo come sia stato possibile per i ladri entrare in quel modo. Vogliamo capire quali fossero gli allarmi installari, quali sistemi di sicurezza e di difesa erano stati predisposti per monitorare e proteggere il caveau».

Alessandra Moscheri