Qui c’è il campione nazionale di Taekwondo

Messa sostanzialmente al bando durante l’occupazione giapponese, questa antica arte di combattimento ritorna in auge soltanto negli anni Cinquanta. Periodo durante il quale verrà definita con il nome che oggi conosciamo. Negli anni ’60 diventa sport di Stato ed è inserito nei Giochi Nazionali Coreani. Inizia a diffondersi in tutto il mondo. Da quella data devono passare quarant’anni prima che il Taekwondo possa essere riconosciuto come disciplina olimpica. Questo avviene nel 2000 (numero che ritorna) in occasione delle Olimpiadi di Sidney. Da quel momento aumenta la popolarità di questo sport. In Italia è la Fita a essere riconosciuta dal Coni e dal World Taekwondo Federation. Attualmente il Taekwondo è praticato da oltre 50 milioni di persone nel mondo, soprattutto da bambini e ragazzi. Anche a livello amatoriale. «Questo sport è adatto a tutti e rafforza il fisico» spiega il tecnico della palestra di Caleppio, Massimiliano Fabricatore. «Mi piace il tipo di allenamento che si fa. All’inizio del riscaldamento, prima di cimentarsi con forme e combattimenti, molti minuti sono dedicati allo stretching». E i più ambiziosi vogliono sostenere gli esami per diventare cintura nera. Tra questi Giuseppe Albergo. «Chi sceglie questo percorso e vuole raggiungere i diversi dan – specifica  Fabricatore – sa che ci vorranno anni e anni. Un insegnamento del Taekwondo è proprio questo: non si finisce mai di imparare». Tra gli obbiettivi del campione di Settala c’è quello di arrivare un giorno, forse neanche troppo lontano, a ottenere il brevetto per poter insegnare lo spettacoloso e dinamico Taekwondo ai bambini.

Alessandra Moscheri