Un immobile confiscato alla mafia diventa una casa per l'accoglienza e l'inserimento sociale

Un Comune di Settala gremito, quello che ha accolto la cerimonia di inaugurazione della casa confiscata alla mafia di via Puccini 18. Oltre 150 i presenti all’evento – tenutosi nella mattinata di sabato 2 febbraio – che hanno affollato la Sala Consiliare per assistere alla presentazione dell’immobile sequestrato alla ‘ndrangheta, ora trasformato in un centro per l’accoglienza e l’inserimento sociale di minori e adulti in situazioni di disagio: ex detenuti, disabili, persone uscite da comunità di recupero, rifugiati.

La bella villetta bianca, immersa nel verde, era stata confiscata oltre 11 anni fa ed era stata ipotecata: «Per evitare che attraverso un’eventuale asta la casa tornasse nelle mani della criminalità organizzata, abbiamo pagato 110mila euro per ottenerla, operazione possibile grazie anche a un finanziamento della Regione», ha spiegato il sindaco Enrico Sozzi dopo un’introduzione di Claudio Ferretti, assessore alle Politiche Sociali.
Significativo l’intervento del professor Nando Dalla Chiesa – figlio del generale assassinato da cosa nostra nell’82 – ora presidente onorario di Libera, l’associazione contro le mafie fondata da don Luigi Ciotti, e presidente del Comitato antimafia del Comune di Milano: «Sfatiamo il mito della mafia solo al Sud. La ‘ndrangheta è un’associazione per delinquere egemone in tutt’Italia, anche al Nord: solo in Lombardia quasi 200 Comuni hanno nei loro territori locali confiscati».
Ora la casa è stata consegnata ufficialmente alla cooperativa sociale Nuovi Orizzonti di Cernusco sul Naviglio, il cui vicepresidente Giuseppe Barbisoni ha illustrato il progetto di utilizzo: «Attualmente sono sei le persone ospitate nella casa, uno spazio per l’inserimento sociale in cui le persone possono recuperare la loro autonomia».
Un edificio atto al sostegno e all’integrazione, teatro di un progetto di prevenzione del disagio e di recupero sociale che non sarebbe stato possibile realizzare se il Comune e la Cooperativa non avessero lavorato in stretta sinergia con le insegnanti delle scuole di Settala, che si sono mobilitate a favore di questa causa e hanno lavorato intensamente per favorire l’integrazione senza traumi dei giovani nelle scuole del territorio e con i coetanei.
Francesca Tedeschi