Paullese: la Provincia di Cremona si offre di raddoppiare il Ponte sull'Adda

I sindaci dell'asse della Paullese hanno firmato, con la Provincia di Cremona (rappresentata dal presidente Massimiliano Salini), il protocollo per la gestione (e in alcuni casi la cessione) delle controstrade legate alla realizzazione della Paullese. Il protocollo impone per i prossimi dieci anni ai comuni aderenti di versare una quota che sarà usata per finanziare tutte le manutenzioni lungo le strade di arrocco. La gestione sarà messa a gara dalla Provincia e inizierà in ottobre, una volta che la strada sarà collaudata.

Durante la firma, Salini ha accennato alla possibilità che Cremona possa occuparsi anche del potenziamento del Ponte sull'Adda, se non addirittura del tratto lodigiano della Paullese, al momento non interessato da alcun lavoro di potenziamento.

«Non userò soldi di Cremona per un'opera di competenza milanese come mi ha chiesto il Comitato No al Cemento Selvaggio di Spino d'Adda - ha sottolineato il presidente -. Voglio che i soldi di Cremona restino in provincia di Cremona, dove c'è ancora tanto da fare, ad esempio realizzare la tangenziale di Dovera e quella di Crema. Per potenziare il Ponte, secondo il nostro progetto, bastano 10 milioni di euro, ma noi non ce li metteremo, dovrà farlo la Provincia di Milano per noi».

Cremona potrebbe realizzare il raddoppio sino all'allaccio con la Tem a Paullo, ma sempre con fondi altrui. «In questi anni abbiamo messo in atto una modalità di lavoro efficace - conclude -, affinando le tecniche e contenendo i costi. Possiamo usare questa professionalità per terminare la Paullese".

Il sindaco di Spino d'Adda, Paolo Riccaboni, coordinatore dei primi cittadini dell'asta, si è detto certo che, nonostante il ricorso al Tar presentato dalla Beltrami Srl, che ha chiesto anche la sospensiva, la strada sarà ultimata presto: «È un'opera fortemente voluta dal territorio ed è una conquista del territorio e del suo presidente». Ha parlato di economie di scala e di uniformità manutentiva, ricordando che l'impegno che si andava a sottoscrivere non è stato imposto, ma è stato frutto di un percorso condiviso. Abbiamo studiato la risposta e abbiamo ottenuto di poter pagare la quota 2013 più tardi di quanto inizialmente prospettato. «Noi non dubitiamo che l'opera sarà realizzata nella sua interezza - conclude -. Non sono fiducioso, sono certo».

Riguardo le strade di arroccamento, il contributo dei comuni è stato suddiviso tra tutti, ma è elastico. Questa è la vera novità della convenzione: la sua flessibilità. Ciascun comune decide annualmente se versare o no la propria quota, o se versarla solo per alcune strade o non altre, o può chiedere un aiuto alla Provincia, ma ciò non inficia la validità della convenzione, che resta in vigore per dieci anni. Se il comune non versa la quota, i lavori su quel tratto saltano. Nel caso di problemi di liquidità, la Provincia può concedere una sorta di patto verticale.
Silvia Tozzi