Spino: dopo le dimissioni di Lanci, il Sindaco rinvia il rimpasto di giunta e prende in mano le deleghe di Politiche Sociali

Dopo le dimissioni di Emanuela Lanci, in polemica con la giunta, il Sindaco segue anche le Politiche Sociali

Tra di esse, evidentemente, il Piano Welko, l'Allegato 4 (contro il quale si è pronunciata durante la stessa seduta in cui si è dimessa, spiegando di desiderare che il punto che concede deroghe sulle distanze delle pareti finestrate, in caso si realizzi un cappotto di 20 centimetri, sia stornato dal documento) e la realizzazione della nuova scuola primaria (i primi passi si stanno facendo con l'affidamento dell'incarico relativo l'ATU 13, la cui realizzazione porterà alla cessione del terreno su cui la scuola sarà edificata, agli architetti Camillo Cugini e Carlo Gipponi).

Il sindaco Paolo Riccaboni si è detto dispiaciuto della scelta di Lanci, ha sottolineato di non essersi pentito di averla fortemente voluta come assessore, e ha auspicato che i dissapori (che Lanci ha verso di lui,  ha chiarito  “perché io non ho nessun problema con Emanuela”) si appianino e, magari, Lanci torni sui suoi passi.

Quindi ha deciso di mantenere per sé l'assessorato ai Servizi Sociali e il giorno seguente al Consiglio comunale ha incontrato i dipendenti e dato disposizioni. Ha già iniziato a incontrare i cittadini e si occupa attivamente della materia. Riccaboni ha anche l'assessorato dei lavori pubblici. Per questo è possibile – ma il Sindaco non lo ha mai confermato  che proponga a Luca Rossini, consigliere con delega al sito web e alle attività produttive, che in questi due anni si è molto distinto per capacità e impegno, di prendere questo assessorato. Rossini è in pole position tra i papabili nuovi componenti della giunta anche perché non è legato ad alcun partito, e Riccaboni, nel creare la giunta, aveva tenuto conto anche di questo: due sono gli assessori legati ai partiti, Luciano Sinigaglia per la Lega Nord e Francesca Dordoni per il Pdl, e due gli assessori esponenti della società civile, Luca Martinenghi e, appunto, Lanci. Quindi non potrebbero entrare in giunta consiglieri comunali esponenti di forze politiche (come Marco Guerini Rocco o Massimo Bettini della Lega Nord).

Il capogruppo Samuele Grioni già due anni fa aveva rifiutato l'assessorato per motivi di indisponibilità di tempo. C'è però la possibilità di un assessore esterno, come, ad esempio Carlo Airoli, persona in cui Riccaboni ripone grande stima, o una donna, per mantenere i rapporti di equilibrio tra i sessi.

Riccaboni dice che non ha ancora deciso cosa fare. Sicuramente – come ha spiegato in Consiglio – vuole dare a Lanci il tempo di riflettere e, per ora, sarà lui a occuparsi di tutto, “sino a quando ce la farò”, ma non nega che Rossini, 28 anni, sarebbe un ottimo assessore.

In ogni caso la sua ultima parola è: “Al momento tutti e due gli assessorati restano in capo a me”.

Rossini da parte sua ha spiegato che si tratta di scelte delicate, tra l'altro non formalizzate, che “non si può fare l'assessore a tempo perso e quindi dovrei essere certo di poter garantire l'attenzione ed il tempo necessari”. Si dimostra quindi scettico.

Martedì si è svolta la prima giunta di Spino d'Adda in cui Riccaboni era assessore alle politiche sociali; è stata una seduta di quasi tre ore e si è discusso anche del rimpasto di giunta, ma senza giungere a conclusioni pratiche se non a quella di restare con la giunta a quattro per almeno qualche tempo.