Peschiera, la mozione sui Martiri delle Foibe non s’ha da fare

Maggioranza in confusione, caduta di stile del Presidente del Consiglio, delibera respinta

Luigi Di Palma mentre spiega la Mozione sui Martiri delle Foibe

Luigi Di Palma mentre spiega la Mozione sui Martiri delle Foibe

SPILLI&PUNTINE di Giulio Carnevale

Durante il lunghissimo Consiglio comunale del 25 luglio 2017, la discussione sulla Mozione presentata dal consigliere forzista Luigi Di Palma, che chiedeva di dedicare una via o una piazza ai Martiri delle Foibe per celebrare adeguatamente il Giorno del Ricordo istituito per legge nel 2004, oltre che a celebrare adeguatamente in città e nelle scuole quella pagina buia della storia italiana, ha infiammato, inaspettatamente gli animi del Consiglio comunale. La maggioranza, Peschiera Riparte e Peschiera Bene Comune si sono messe di traverso, l’ordine di scuderia evidentemente è stato che quella Mozione non doveva essere approvata, non è dato sapere se per ideologia o perché presentata dalla minoranza. Le motivazioni per la bocciatura sono state spiegate in maniera confusa dall’Assessore alla Cultura  Chiara Gatti.  L’Assessore  è apparsa in difficoltà, ha dichiarato che non è il Consiglio comunale a decidere l’indirizzo politico, ha detto che questa amministrazione ha inaugurato un nuovo iter per l’intitolazione di vie o piazze che passa attraverso il Consiglio Comunale dei Ragazzi, e soprattutto ha dichiarato che non ci sono vie o piazze da dedicare entro sei mesi. Facciamo chiarezza su questi punti. Innanzitutto la mozione correttamente riportava “…di impegnare, Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale”. Infatti è vero che la Prefettura per approvare o meno una richiesta di intitolazione di uno spazio toponomastico necessità le delibere di Giunta, ma è anche vero che il Consiglio Comunale e l’organo sovrano, e che può esprimere delibere di indirizzo verso la Giunta e il Sindaco. Infatti ripercorrendo la storia recente di Peschiera Borromeo, nel 2008 durante l’Amministrazione Tabacchi Forza Italia presentò una Mozione in Consiglio comunale per intitolare una via a Oriana Fallaci, l’indirizzo politico fu approvato  e deliberato. Qualche anno prima stesso iter anche per via Caduti di Nassyria.  Sotto l’amministrazione Falletta (2004-2009) fu il Consiglio comunale invece che votò e ratificò una delibera di Giunta che intitolava una via a Indro Montanelli, approvando e dando seguito alla decisione. E così accade anche in altri comuni come Segrate, San Donato Milanese, Milano, dove vengono o non vengono approvate Mozioni che chiedono intitolazioni di elementi toponomastici in Consiglio comunale. Per quanto riguarda invece l’affermazione sul Consiglio comunale dei ragazzi, ottima iniziativa civica, contraddice la prima affermazione dove dice che il Consiglio comunale non ha titolo, e quindi anche con quello dei ragazzi cambierebbe poco. Sul fatto che non ci sono vie o piazze, da dedicare entro sei mesi, c’è un errore di fondo infatti la Mozione recita:“preferibilmente entro sei mesi”, perché come spiegato in Commissione nei giorni precedenti  al momento non ci sono piazze o vie in programma per cui la richiesta avrebbe dovuto giacere per qualche tempo prima di essere compiuta. Infine l’Assessore Gatti a sfregio del regolamento comunale è andata completamente nel pallone e ha chiesto al Consigliere Di Palma di ritirare la Mozione, questa è una richiesta riservata ai Consiglieri comunali e non agli Assessori. Il Movimento Cinque Stelle, il Partito Democratico hanno votato favorevolmente la mozione di Forza Italia, e tutti i consiglieri di maggioranza hanno votato contro. Mozione respinta e caduta di stile del Presidente del Consiglio Isabella Rosso che alla fine della votazione, a microfoni ancora aperti, si  è lasciata andare  a parole fuori luogo per il ruolo che ricopre, che fa trasparire un senso di frustrazione e fastidio per quel punto da bocciare a tutti i costi. 
Giulio Carnevale