Peschiera Borromeo - Resa dei conti in Forza Italia, il voto di astensione sul bilancio di previsione 2015 ha fatto emergere una frattura insanabile fra il partito e Antonio Falletta. Carla Bruschi e Luigi Di Palma silurano il loro capogruppo Antonio Falletta: «Nessuno inciucio col PD – dichiarano i due consiglieri di Forza Italia Bruschi e Di Palma -. Nelle ultime settimane sono emerse con assoluta evidenza due linee politiche: la prima di netta opposizione alla amministrazione in carica che ci ha indotto a sottoscrivere la mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco Zambon; e la seconda invece che introduce nel dibattito politico una condizione equivoca e difficilmente comprensibile di sostegno all’attuale Amministrazione. Tanto più che il consigliere Falletta era stato il primo acceso promotore di quella mozione di sfiducia che oggi  non ha sottoscritto. È stato quindi necessario fare chiarezza. Da qui la decisione di nominare un nuovo capogruppo coerente con la linea emersa nel gruppo consigliare e nel sentimento degli elettori».
A confermare che la decisione di sostenere e votare la mozione di sfiducia al Sindaco Luca Zambon, è condivisa da tutto il partito ad ogni livello, sono stati i vertici di Forza Italia. L’Onorevole Luca Squeri, responsabile provinciale  di Forza Italia raggiunto da 7giorni, ha chiarito la posizione del partito: «Sul bilancio l’azione dei consiglieri di Forza Italia è stata positiva: diminuire la pressione fiscale e ottenere garanzie su alcune questioni care ai cittadini che aspettavano da tempo soluzioni è un grande merito e mi dispiace che il consigliere Falletta sia stato criticato per questo . Il ricambio del capogruppo è conseguente a un confronto del gruppo consiliare su alcune divergenze emerse in questa fase di particolare fermento. Sulla  mozione di sfiducia, Forza Italia, coerentemente con la nostra azione politica, voterà a favore. Cosa farà il  Consigliere Antonio Falletta? Non so, voterà secondo coscienza e se è vero che non ha firmato la seconda  presentazione ha però firmato la prima che era identica». 
Giulio Carnevale