Centralina autovelox esplosa: è caccia aperta all’”Unabomber” della Paullese

Il profilo seguito è quello di un automobilista “tartassato” e che sappia maneggiare esplosivi

La galleria di Vigliano, dove è installato l'autovelox fatto esplodere

La galleria di Vigliano, dove è installato l'autovelox fatto esplodere

La città Metropolitana: «Si tratta di un dispositivo per la sicurezza di chi viaggia»

A pochi giorni dall’esplosione che ha sventrato la centralina per il controllo degli autovelox alla galleria di Vigliano, lungo la paullese, proseguono senza sosta le indagini dei carabinieri di San Donato per rintracciare colui che ha piazzato e fatto esplodere la carica. Il lavoro degli inquirenti procede al 360° ma si sta rivelando particolarmente complesso, dato l’elevato numero di utenti che, quotidianamente, transitano nel tratto in questione e lungo l’ex S.S. 415, tutti provenienti peraltro da diverse province. Ad ogni modo, gli sforzi dei carabinieri si stanno orientando verso 2 fattori significativi, che convergono a delineare il profilo del presunto “Unabomber”. Anzitutto il fatto che l’ignoto autore possa essere un automobilista “tartassato” dalle multe, magari provenienti proprio dagli autovelox che sono stati messi fuori uso, che potrebbe quindi essersi mosso per vendetta. Per questo i carabinieri stanno letteralmente passando al setaccio gli archivi della Città Metropolitana, ente gestore dei dispositivi messi fuori uso, incrociandoli con i dati in possesso della polizia Provinciale, per individuare gli utenti che hanno ricevuto il maggior numero di verbali. Un secondo elemento tenuto in considerazione riguarda invece l’ordigno artigianale esploso, che farebbe pensare a una persona con capacità e competenze nell’uso degli esplosivi. Secondo gli artificieri, infatti, la carica è stata piazzata con abilità da qualcuno che ha utilizzato la quantità di esplosivo necessario a provocare danni alla sola centralina. «Gesti come quello di un vandalo non ci faranno retrocedere di un solo passo – ha commentato duramente Arianna Censi, Consigliere delegato alla Mobilità per la Città Metropolitana - . Quello in uso è un dispositivo per la sicurezza di chi viaggia su strada, uno strumento di educazione. L’autovelox non serve a fare cassa, le multe sono un deterrente per la velocità. I dati dimostrano che dove abbiamo installato le telecamere, nel corso dei mesi le multe sono diminuite perché gli automobilisti hanno imparato a rispettare i limiti».
Redazione Web