In 70 nel gelo di una palestra: storia di un concorso pubblico

“Sarebbe bastato coprirli con dei cartoni – spiega una concorrente -. Invece, molti di noi hanno sostenuto le due prove scritte con indosso la giacca a vento”. Ecco quindi i concorsi pubblici al tempo della crisi: per un posto quasi settanta persone. Di queste, solo poco più di dieci sono passate all’orale, perché hanno ottenuto la sufficienza in entrambe le prove scritte. Del resto prepararsi ai concorsi richiede sempre un investimento non da poco in termini di tempo, soprattutto per gli argomenti da studiare.
Il riscaldamento, spiegano i partecipanti, veniva azionato solo nei momenti di pausa, perché faceva molto rumore: questa, per lo meno, è la motivazione fornita dallo stesso personale comunale presente durante il concorso. Alcuni contestano il fatto che, proprio a causa della bassa temperatura, il locale fosse stato giudicato agibile e quindi adatto allo svolgimento delle due prove. Nella prima prova scritta si richiedeva la conoscenza della normativa sugli enti locali. Nella seconda prova scritta, invece, si doveva istruire un atto specifico riguardante l’affidamento dell’incarico di trasporto di disabili per una scuola primaria, a fronte di un determinato stanziamento. Il tutto è durato circa due ore e mezza. Come all’epoca delle glaciazioni, spiegano i candidati, c’è stata una sorta di “selezione naturale”: ma uno dei requisiti richiesti era la resistenza al freddo?

Lorenzo Invernizzi