«Adesso ci vuole un approccio scientifico, dei protocolli chiari e condivisi, i pioppi di via Galvani hanno bisogno di manutenzione urgente»

Daniele Zanzi, agronomo e consulente delle Signore degli Alberi spiega a 7giorni in un’intervista esclusiva quello che bisognerebbe fare e rinnova la sua disponibilità disinteressata come consulente nonostante si senta ancora offeso

Peschiera Borromeo. Il dott. Daniele Zanzi mentre visita uno dei pioppi di via Galvani

Peschiera Borromeo. Il dott. Daniele Zanzi mentre visita uno dei pioppi di via Galvani

Il dott. Zanzi in una lectio magistralis sui pioppi di via Galvani

Il dott. Zanzi in una lectio magistralis sui pioppi di via Galvani

In seguito all’apertura del comune di Peschiera Borromeo alla revisione del progetto che sanciva il taglio dei 240 pioppi cipressini di via Galvani, abbiamo raggiunto il dott. Daniele Zanzi, agronomo di fama internazionale, che ha seguito insieme alle Signore degli Alberi la dolorosa vicenda dell’abbattimento indiscriminato dei due filari di alberi posti nella frazione di Mezzate.
Abbiamo cercato di capire da dove sia utile partire, per arrivare ad una soluzione realmente condivisa che come annunciato dall’amministrazione di Peschiera Borromeo, coniughi la sicurezza dei cittadini e la salvaguardia delle piante.

Buongiorno dott. Zanzi, a Peschiera Borromeo c’è stata un’apertura della amministrazione comunale nei confronti della vicenda degli alberi di via Galvani che lei ben conosce. Cosa ne pensa?

Sicuramente una mossa ragionevole. Saltava subito all’occhio anche ai neofiti come fosse assurdo condannare 240 piante all’abbattimento, dopo aver fatto solo 4 prove di trazione. Al di là delle perizie più o meno asseverate, in tutta Italia, troppe volte chi è chiamato a svolgere la consulenza è più tutelato a esprimersi per l’abbattimento - quando una pianta è abbattuta non può fare danni -, così ci si mette a riparo dalle responsabilità. Capita che a volte l’abbattimento sia più sopportato da opinioni che da dati scientifici. Io invece ho sempre creduto che la scienza dell’arboricoltura possa venirci in aiuto. Certamente essendo una disciplina giovane, ha necessità di poter attingere ad un’ampia casistica per poter essere affidabile, casistica che oggi comincia ad essere disponibile. 

Con il sindaco Molinari eravate rimasti che vi sareste rivisti per argomentare meglio la questione, c’è stato poi un seguito?
Assolutamente no, un silenzio assordante, non sono stato più contattato. Mi sono messo da subito a disposizione pro bono fin da quando sono stato contattato dalle Signore degli Alberi. Purtroppo devo constatare che le cortesie “Istituzionali” non abitano a Peschiera Borromeo.

Si riferisce anche a qualcos’altro?
Sono ancora offeso. Le uniche scuse Istituzionali per come sono stato trattato nella Commissione area tecnica del 1° settembre, dal Presidente Anna Baratella, non sono mai arrivate dal sindaco. Le ho avute dal Consigliere Carla Bruschi. Mortificante per chi come me è venuto a Peschiera Borromeo con spirito di collaborazione, in amicizia, e non come “nemico”.

Come si dovrebbe procedere adesso, affinché la decisione che si prenderà sarà veramente condivisa da tutte le parti in causa?
Ci vuole un approccio scientifico, è necessario stendere un protocollo di analisi ben preciso. Il quale dovrà partire dall’assunto che ogni pianta è una individualità a sé stante, ma che fa anche parte di una comunità che interagisce in molteplici modi da 25-30 anni. Per cui gli alberi andranno analizzati uno ad uno, gli dovranno essere riservate attenzioni speciali in base alle condizioni in essere, se necessitano dovranno essere sottoposti anche ad esami strumentali. Poi tutti i dati dovranno essere visionati nel loro insieme.
Bisognerà fare presto, prima della fine di marzo dovranno essere messi insicurezza. Quei pioppi cipressini necessitano manutenzione urgente, nel corso degli anni sono stati pochissimi gli interventi di effettuati.
Anche per la potatura bisognerà stendere un protocollo ben preciso. La manutenzione dovrà essere non invasiva, realizzata con una certa metodica studiata per l’occasione. Non vorrei che la potatura finisca in un massacro, potare non significa tagliare, ma ragionare su come aiutare la pianta a crescere in modo corretto. Per stendere questo protocollo dovranno essere sentiti tecnici capaci e non solo accademici, io rinnovo la mia disponibilità disinteressata a partecipare all’individuazione di queste procedure.

Una città unita ha chiesto di rivedere il progetto, lei che è impegnato civicamente in politica, come giudica la comunità di Peschiera Borromeo?
Devo dire che io non sapevo neanche dove fosse prima Peschiera Borromeo. Ho avuto l’occasione di conoscere un movimento spontaneo di cittadini eccezionale, guidato dalle straordinarie Signore degli Alberi, che sono riusciti, tutti insieme a tener l’attenzione alta, con garbo e determinazione, sull’argomento. Quella che si sta consumando in questa città, è una bellissima pagina di impegno civico. Devo dire che purtroppo la prima cittadina di questa città, pur avendo un’estrazione civica, continua a mantenere un atteggiamento incomprensibile e a tratti fastidioso. Nonostante l’apertura dichiarata, nel comunicato stampa diffuso ieri dall’amministrazione comunale, non c’è neanche un accenno di autocritica, neanche un “scusate” ai suoi cittadini. Un amministratore capace deve abituarsi a chiedere anche scusa ai suoi cittadini, amministrare è difficile - ve lo dico io che faccio il vicesindaco a Varese - e a volte si può anche sbagliare. Non è la fine del mondo scusarsi. Anzi.
Giulio Carnevale