San Giuliano Milanese, Giorno del Ricordo, Segala: «Una democrazia compiuta non ha paura di confrontarsi col proprio passato» |Video|

La commemorazione istituzionale è avvenuta nel primo pomeriggio presso il monumento in memoria delle Vittime delle foibe, dell'esodo giuliano dalmata, delle vicende del confine orientale in via Brigate Partigiane

Un momento della Commemorazione

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San Giuliano Milanese presso il Monumento ai Martiri delle Foibe in via Brigate Partigiane, 10 Febbraio 2024. Questo il discorso pronunciato dal sindaco Marco Segala

«Care concittadini, cari concittadini, a nome dell'Amministrazione ringrazio per la partecipazione all'evento di oggi le autorità civili, militari, religiose, le associazioni del territorio e coloro che sono qui presso il monumento che abbiamo inaugurato lo scorso anno per commemorare il Giorno Del Ricordo in memoria delle Vittime delle foibe, dell'esodo giuliano dalmata delle vicende del confine orientale, un grazie particolare anche a Giulio Carnevale, consigliere dell' Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia di Milano, che anche quest'anno è presente tra noi. Un ricordo che riguarda, nel periodo subito dopo la Seconda guerra mondiale, un esodo di 350.000 profughi e l'uccisione di migliaia di persone nella tragedia delle foibe.
Che cosa chiediamo oggi? Tutti insieme chiediamo ci sia la restituzione corretta della ricostruzione storica doverosa dopo troppi anni di oblio. Chiediamo che le vittime delle foibe siano un monito autentico, perché le persecuzioni e gli esodi.
Siano considerati un dramma come quelli a cui purtroppo ancora oggi assistiamo inermi, ma con tanta preoccupazione. Chiediamo di ricordare, con pacificazione, ma con severità e consapevolezza, un episodio della nostra storia. Cosa invece non chiediamo perché non ne abbiamo bisogno? Non chiediamo e non vogliamo che su questi temi il confronto sia fazioso strumentalizzato. Non chiediamo di sfuggire alle responsabilità. Solo con la verità dei fatti cresce la consapevolezza del giudizio che su vicende come queste appartiene alle storie.
Avevo scelto di leggere un passo del messaggio del nostro Presidente della Repubblica.
Citerò solo questo. Il Presidente Mattarella, nella cerimonia di commemorazione del Giorno ha detto: “Un muro di silenzio e di oblio, un misto imbarazzo di opportunismo politico e talvolta di grave superficialità si formò intorno alle terribili sofferenze di migliaia di italiani massacrati, massacrati nelle foibe o inghiottiti nei campi di concentramento, sospinti in massa ad abbandonare le loro case, i loro averi, i loro ricordi”.
La terra dove avevano vissuto di fronte alla minaccia dell'imprigionamento se non dell'eliminazione fisica. Una democrazia compiuta non ha quindi paura di confrontarsi col proprio passato, anche con quello più scomodo, e non ha incertezze nell'assegnare alla storia e ai suoi accadimenti la giusta dimensione. Il ricordo di quei tragici giorni deve indurci a lavorare costantemente su noi stessi, in particolare sulle nuove generazioni, educandole al rispetto dell'altro, al confronto, al riconoscimento e alla valorizzazione delle differenze come elemento di crescita».