Cà del Lambro: per Città Metropolitana il responsabile è il proprietario della cascina

Svolta nella vicenda inerente il sito contaminato di Mediglia. Secondo l’Ente, pur non avendo responsabilità diretta, il titolare del fondo agricolo era a conoscenza della presenza dei rifiuti sversati nel sottosuolo

Il proprietario della Cascina Cà del Lambro a Mediglia sarebbe «responsabile in via solidale della potenziale contaminazione, pur non avendo una responsabilità diretta nell’abbandono dei rifiuti». A sostenerlo è Città Metropolitana, a conclusione dell’indagine svolta in questi mesi relativamente l’area di 45mila mq compresa tra il fiume Lambro, la roggia Piora e il confine con San Giuliano, fatta oggetto di un incontrollato abbandono di rifiuti per quasi 40 anni. È stato lo stesso Ente a comunicarlo al titolare del fondo agricolo, anticipando così l’imminente chiusura dell’istruttoria. In altre parole, secondo Città Metropolitana, il proprietario sarebbe stato a conoscenza della presenza di rifiuti ma, ciononostante, non avrebbe preso provvedimenti. A questo punto il detentore del fondo avrà a disposizione 60 giorni per contestare le responsabilità che gli vengono attribuite. Qualora le contestazioni non dovessero essere ritenute valide, si procederà con l’emissione formale della diffida che, tuttavia, potrà essere impugnata davanti al Tar. Se, anche in quest’ultimo caso, il ricorso dovesse essere respinto e le responsabilità riconosciute definitivamente, si potrà alfine procedere con la bonifica, il cui onere ricadrà proprio su chi sarà ritenuto colpevole. Intanto, per la giornata dell’11 gennaio, il Comune di Mediglia si troverà in Regione per concordare con l’Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo) le modalità di intervento e le relative competenze per la bonifica del letto del fiume Lambro.
Redazione Web

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