Scoppia la protesta pacifica dei profughi di Pieve Emanuele

I profughi di Pieve Emanuele protestano in piazza per la mancanza di attenzione da parte delle istituzioni

Si è trattato di una protesta pacifica, quella condotta dagli immigrati, perlopiù di origine eritrea, somala e nigeriana, attraverso cui i profughi hanno voluto attirare un po’ di attenzione da parte delle istituzioni e dei mass media. Infatti, è da mesi che nessuno fa sapere loro quando potranno spostarsi dall’Italia, costretti a sopportare situazioni di vita che fanno trasparire poca libertà: i profughi non riescono a comunicare con le loro famiglie, non hanno soldi e non possono muoversi dal residence. Inoltre, lamentano di non aver mai ricevuto il piccolo compenso giornaliero di cui avrebbero diritto dal primo settembre (una pocket money di 2,50 euro) e di non avere, di conseguenza, nemmeno un briciolo di indipendenza economica. Sembra, infatti, che non sia possibile dare agli immigrati soldi in contanti e, proprio per questo motivo, le autorità si stanno muovendo per prendere accordi con le Poste Italiane per una eventuale carta prepagata.

Non si è verificato nessuno scontro violento, la sola protagonista della protesta è stata la voglia di lavorare degli immigrati e di sentirsi considerati dallo Stato italiano. Sottolineiamo, infine, che alcuni cittadini di Pieve Emanuele hanno dichiarato che i profughi sono ospiti molto educati e tranquilli e che non hanno mai dato problemi a nessuno. Insomma, una rivolta assolutamente prevedibile, che potrebbe probabilmente essere arginata dando loro un minimo di attenzione in più.

Susanna Tosti