Città di Segrate e «la forza del gruppo»

Intrufolati nel disordine pre-partita, captiamo gli umori. Il tribianese Maurizio Arrighi, sostituto del c.t. Novelli: «Previsioni? Eh… Loro sono la 1a in classifica. Ma abbiamo bisogno di punti, tutti e due». Il fischio, a tratti tremante, di Matthew Day avvia in leggero ritardo i primi 10’. L’iniziativa è degli ospiti: una costruzione al 1° arriva ai pali avversari, ma l’offesa è blanda già all’8°, da fuori area. La squadra indigena ha paura di giocare (5 titolari assenti), va da sé che il prosieguo è difficile e fallosetto. Intanto Tomasello, giocatore segratese sotto squalifica, tuona dagli spalti e sbriciola la vergogna dei compagni, intonando 10’ di concitati cambio-fascia. Un gioco a biliardo tra le sponde della difesa e Naiderov, n.7, al 20° la sbatte finalmente in porta, e al 41° ripete. Tutto scorre nella ripresa: salutiamo la ritrovata cattiveria del Tribiano. Segue un’incruenta sezione di gioco, lunga mezz’ora. Il 2-1 del tribianese Rancio, n.5, al 37° lava il Tribiano dai suoi peccati, ma niente da fare, il visibilio è del Segrate, al 41°, su dribbling dell’elegante 15 Scopa. Qual è il segreto tattico di questo Segrate? «Il segreto è la forza del gruppo – illumina un sublimato Mister Porro –, dentro e fuori il campo. Tutti si allenano al 100%, tutti si aiutano. Non ci sono primedonne».

Marco Maccari