Inquinamento acustico: il Comune di Segrate si costituisce in giudizio contro Terminal Italia a difesa dei residenti di Tregarezzo

L’Ente ha più volte richiamato senza successo la società, affinché riportasse le emissioni acustiche nei parametri di norma

Il Comune: «Stavolta andremo sino in fondo»

Il Comune di Segrate non ci sta e si prepara a dare battaglia a difesa dei residenti del quartiere di Tregarezzo contro l’inquinamento acustico. L’ente segratese, infatti, ha deciso di costituirsi in giudizio contro la società Terminali Italia, relativamente al rumore prodotto nei terminal di smistamento che da anni supera i limiti consentiti dalla legge, creando innumerevoli disagi agli abitanti. L’azienda è già stata richiamata più volte a riportare le emissioni acustiche derivanti dalle proprie attività nei parametri fissati dalla normativa, purtroppo senza successo. Lo scorso 2 luglio il sindaco Paolo Micheli aveva firmato un’ordinanza in cui intimava di presentare entro 30 giorni dalla data di notifica un piano di bonifica acustica, onde riportare nei termini di legge il livello delle emissioni prodotte. Il provvedimento sindacale richiedeva di presentare un piano anti-rumore riferito all’intero arco delle 24 ore, comprendente tutti gli accorgimenti tecnici necessari al rientro nei valori limite di legge dei decibel generati durante le attività di movimentazione dei container. Alla società veniva inoltre richiesto di effettuare una valutazione acustica su tutte le altre tipologie di rumore presenti all’interno dell’area di movimentazione. In quel caso, però, non solo Terminal Italia non aveva ottemperato al provvedimento, ma aveva altresì presentato ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale). «Questa vicenda - spiega Francesco Di Chio, assessore a Sport e Commercio, riferimento per il quartiere di Tregarezzo -, si trascina da anni e ha alle spalle un’ordinanza analoga emessa dal Comune nel 2013. Terminali Italia anche in quel caso si era affidata alla sentenza del Tar, che si era espresso in suo favore». In quel caso, però, la questione non aveva avuto seguito, perché la precedente amministrazione non si era costituita in giudizio. «Stavolta – conclude Di Chio - andremo fino in fondo, decisi a giocare tutte le carte a nostra disposizione per tutelare la salute dei residenti e riportare la situazione alla normalità».
Redazione Web