Può un perdente avere successo? E qual è, poi, questo successo di cui si va alla spasmodica ricerca?

Da Europa Edizioni, per la collana Chronos. Autobiografie di cittadini, un diario che risponde con ironia a queste domande

Diario di un perdente di successo

Diario di un perdente di successo Autore: Dario Mondini Europa Edizioni, collana Chronos. Autobiografie di cittadini 2018, pp.203, euro 15,90

...un linguaggio informale e semplice

In un film del 1987 un giovane neolaureato arriva a New York deciso a sfondare nel mondo degli affari e, pur con una serie di rocambolesche peripezie, riesce nel suo intento; conquistando, tra l’altro, il cuore della donna per cui era scoccato il classico colpo di fulmine. La commedia era Il segreto del mio successo, con protagonista Michael J. Fox. Ma quello era, appunto, solo un film.

Tornando alla realtà, il protagonista di chiama Dario Mondini, quarantenne, nato a Milano e cresciuto nell'hinterland tra Peschiera Borromeo e Mediglia, impiegato per lavoro e pongista per vocazione. Nessuna scalata ai vertici della società, nessuna manager bionda amante del capo da conquistare ad ogni costo. Ma allora chi è questo Dario Mondini? Un perdente? In apparenza potrebbe sembrare così, ma la  realtà è più complessa e la racconta lui stesso nella sua autobiografia Diario di un perdente di successo (Europa Edizioni, pp. 203, € 15,90) pubblicata nel luglio 2018. Perché diciamola tutta, se anche si fosse perdenti non è detto che non lo si possa essere con stile!

E a proposito di stile, quello dell’autobiografia in questione è caratterizzato da un linguaggio informale e semplice proprio più dell’espressione verbale che di quella scritta. Tuttavia non manca l’uso di termini ed espressioni più ricercate, certamente poco frequenti negli autori contemporanei. Questo elemento denota una buona proprietà di linguaggio da parte dell’autore, che potrebbe far sperare in una seconda prova migliore se sostenuta da un buon lavoro di editing.
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... sorge spontanea una domanda: di quale successo parla in fin dei conti l’autore?

Diario di un perdente di successo ha infatti il pregio di essere uno sguardo sul mondo dell’autore, in cui la sua vicenda personale e quelle di chi gli sta attorno sono narrate con molta ironia e, soprattutto, autoironia; senza cercare scusanti per gli errori commessi o voler suscitare nel lettore quella sorta di pietas che possa in qualche modo porlo in una luce migliore ai suoi occhi. Mondini è invece totalmente sincero nel suo scrivere, nei sentimenti e nelle emozioni che racconta e che arrivano dirette a chi legge, non cerca assoluzioni. Nello scorrere delle pagine si apre come farebbe con uno dei suoi migliori amici, anche nell'affrontare il dolore che purtroppo ha segnato la sua vita, e lo fa in maniera quasi disarmante con le emozioni che arrivano al cuore con questo mix di ironia e amore.

Dunque, sorge spontanea una domanda: di quale successo parla in fin dei conti l’autore? Non certo di un successo effimero; o di una personale affermazioni a livello professionale o in termini monetari. No, la vera conquista si ritrova a livello sportivo nella sua capacità di metterci cuore fino all'ultimo e battersi per la squadra ma, soprattutto, a livello personale è da ricercare negli affetti: quelli della famiglia, sempre unita, quelli degli amici “di una vita” sempre presenti. Questo è il vero successo di Mondini.

Ciò che, purtroppo, Diario di un perdente di successo sconta è – a parere di chi scrive – l’assenza di un serio lavoro di editing, che avrebbe certamente snellito l’eccesso di enfasi posto sulle parti della narrazione dedicate al ping-pong e che talvolta risultano troppo lunghe rispetto ad altri temi esposti. Avrebbe inoltre corretto le tante incoerenze presenti nel testo, rendendolo più scorrevole e mettendone in risalto i pregi.

Rimane da attendere l’autore alla sua seconda prova, per capire le effettive potenzialità di questo “perdente di successo”.

Elisa Barchetta
Dario Mondini

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