Coma valorizzare l'area ex Postalmarket di San Bovio?

Riceviamo e pubblichiamo una lettera inoltrata anche Sindaco di Peschiera Borromeo.
Buongiorno signor sindaco Antonio Salvatore Falletta,
le scrivo in merito alla sua lettera al sindaco di Milano Giuliano Pisapia, inerente l’area ex Postal Market ed il suo impiego. La proposta del momento è quella di trasferire il commercio e gli annessi e connessi di Via Paolo Sarpi di Milano.

Trova in me il pieno appoggio per quanto da lei scritto, ma penso che poi servirebbero delle proposte costruttive e di un certo valore, per contrastare tali propositi.
Si sente parlare spesso di come utilizzare tale area, ma ad oggi, poco si è fatto.
Posto il fatto che la proprietà avrà delle sue idee, mi sono permesse di scriverle la mia.
Ero presente all’incontro, credo ormai di due anni fa, che si è svolto a San Bovio, presso la scuola, dove sono state illustrate le varie zone edificabili ed i nuovi progetti.
Per tale area, adibita a costruzioni residenziali, una parte doveva essere dedicata a negozi e creare una spazio, tipo piazza.
Considerando che le piazze costruite ex novo in luoghi dove non esistevano non hanno assolutamente successo (vedi Piazza della Costituzione a Mezzate), direi che si può pensare ad altro.
Il quartiere di San Bovio è una zona residenziale, con poche altre attività. Molti sono i professionisti che lavorano da casa, si potrebbe creare un luogo di scambio/lavoro/ed incontri della cittadinanza, con aree per il croud working, aree multifunzioni utilizzabili anche per gli incontri e le manifestazione del quartiere, le iniziative di socializzazione ed iniziative, tipo il book-swap, incontri quali “svuotiamo il garage”, oppure “scambiamoci delle attività”: per esempio io vado a farti la spesa e tu mi ripari la presa elettrica. Le aree dovrebbero essere modulabili in modo da adeguarle alle richieste che man mano nascono e, perché no, negozi o luoghi per la ristorazione con concept innovativi. Il limite è la nostra fantasia per l’utilizzo e la creazione di iniziative, cioè aree per nuove modalità di lavoro e di incontro, per il tempo libero e per quello che le nuove tendenze richiedono.
Oggi che il tempo del lavoro ed il tempo per se non ha più confini ma è una commistione di tutto, avere un luogo dove scambiarsi idee, magari dove potrebbero nascere nuove collaborazioni professionali o quant’altro, per socializzare, potrebbe essere di valore per la zona, che passerebbe da quartiere dormitorio ad un quartiere vivo ed interessante.
A Milano si sono viste queste trasformazioni e sono nate parecchie zone di interesse creativo, collaborativi.
Il nuovo decreto sviluppo, che ha messo a fuoco la questione degli incubatori, potrebbe vedere nascere in quell’area uno sviluppo in tale senso con la creazione dei “contaminiation lab”, cioè incubatori di nuove aziende ed idee, mettendo a disposizione zone di lavoro tecnologicamente attrezzate, coinvolgendo le società che offrono tecnologia, finanziamenti, le università dove si fa l’innovazioni e tutti gli stakeholder che potrebbero essere importanti per tale sviluppo. Nel nostro territorio si è insediata la Microsoft, perché non portare altre attività di valore? Il Politecnico di Milano e l’Università Statale di Milano non distano molto dal quartiere di San Bovio, come molte aziende multinazionali.
Un’alternativa che si rivolge al futuro ma che è ormai l’oggi, con iniziative in linea alle richieste attuali, offrendo strutture e infrastrutture, servizi adeguati ed in linea con i tempi moderni.
Elena Artus-Martinelli, Peschiera Borromeo - San Bovio