Peschiera, il sindaco Molinari in difficoltà, non passa la Delibera sul Segretario ed è costretta a convocare una commissione ad hoc su Bellaria

Un Consiglio comunale specchio dell’agonia della Giunta, la Mozione del Presidente del consiglio su Bellaria non accoglibile, Zambon e Chiodo suggeriscono l’emendamento risolutore, poi atto votato all’unanimità

Nel consiglio comunale di venerdì 27 novembre, i punti caldi dell’assemblea cittadina che annunciavano le difficoltà del sindaco Caterina Molinari si sono trasformati in una sonora sconfitta per la Giunta. La delibera portata dalla maggioranza per il rinnovo della convenzione con il Segretario Comunale Patrizia Bellagamba fino al 31 dicembre 2021 non è passata. Il tentativo di rinviare la Mozione su Bellaria è stato interrotto dal blitz dei Consiglieri Zambon e Chiodo che hanno reso la mozione del Presidente e del Vicepresidente del Consiglio votabile.

Il Consigliere Massimo Chiodo che in precedenza aveva dichiarato il suo sostegno all’esecutivo di Caterina Molinari per arrivare a fine mandato, non ha di fatto sostenuto la maggioranza sul rinnovo del Segretario generale. Otto favorevoli e otto fra contrari e astenuti. Delibera respinta.
«Il voto contro è dovuto a due motivazioni fondamentali – spiega Massimo Chiodo -. Il primo è da ricondurre alla posizione assunta in questi quattro anni e mezzo. Insieme a tutti i Consiglieri di minoranza non avevamo mai gradito la scelta del sindaco di avere un Segretario Generale al 30% in virtù della convenzione con il comune di Segrate. La seconda motivazione è perché un segnale alla maggioranza andava dato. Ho detto che sostengo e sosterrò questa maggioranza per dare una governabilità a Peschiera. Ma ho voluto precisare però che non sosterrò nessun eccesso e nessun abuso, questo provvedimento rappresentava un eccesso. Rinnovare la convenzione fino al 31 dicembre 2021 quando il mandato del sindaco terminerà il 30 giugno 2021 per via della tornata elettorale, è sicuramente una forzatura».

Un altro dei punti caldi annunciati, del Consiglio, è stata la Mozione su Bellaria portata dal Presidente del Consiglio Isabella Rosso, e dal Capogruppo del Movimento Cinque Stelle Davide Toselli. In quasi cinque anni il consiglio comunale non ha mai trattato la questione ancora irrisolta del PII di Bellaria. Le proteste dei residenti hanno fatto molto rumore, la delegata di frazione Isabella Rosso a suo dire non era mai stata messa in condizione di dare risposte ai cittadini sui progressi per la risoluzione della famigerata vicenda urbanistica. In Consiglio comunale il sindaco Caterina Molinari ha battibeccato con la Presidente del Consiglio sul fatto che il suo ruolo le consente pieno accesso a tutti gli atti, senza neanche ostacoli burocratici, e le accuse di difficoltà a reperire informazioni dopo quattro anni e mezzo non hanno ragione di essere. Il fatto sta però che alle richieste dei cittadini che abitano nel nuovo quartiere non sono mai state date risposte esaurienti nell’intero mandato. Il sindaco Molinari, i consiglieri Di Palma (FI) e Chiodo (Avanti), hanno sostenuto che la Mozione era confusionaria e non aveva una richiesta precisa accoglibile. Il Segretario generale Patrizia Bellagamba si è espressa per la non accoglibilità. Così ci ha pensato il Consigliere del Pd Luca Zambon a suggerire ai due firmatari il modo di emendare la Mozione visto che nella discussione anche la maggioranza aveva finalmente espresso la volontà di andare incontro alle esigenze dei residenti di Bellaria dopo tanto tempo. L’Assemblea ha potuto finalmente votare la Delibera che ha stabilito la Convocazione di una commissione consiliare in streaming con la partecipazione di ATS, respingendo la richiesta del Sindaco di riscriverla e portarla al prossimo Consiglio comunale.

«Maggioranza e minoranza hanno riconosciuto l’importanza delle questioni che ho sollevato in Consiglio» ha commentato con toni trionfanti Isabella Rosso.

«La Mozione era scritta in maniera orripilante –ha replicato Massimo Chiodo -, ma abbiamo cercato di salvarla in tutti i modi, scaturiva da una richiesta popolare. Non sarebbe stata votabile. Tutti hanno riconosciuto che lo spirito dell’atto meritasse attenzione. Così abbiamo cercato di riscriverla, dettandola ai due presentatori, in modo che fosse accoglibile e rispettasse le richieste legittime dei residenti di Bellaria».
Giulio Carnevale