San Donato, elezioni amministrative Mannucci: «Non è il momento del dire ma quello del fare»

Il candidato sindaco sostenuto dalla coalizione formata da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia protagonista di un botta e risposta sul futuro della città

Cesare Mannucci candidato Sindaco della coalizione di centrodestra

Cesare Mannucci candidato Sindaco della coalizione di centrodestra

San Donato Milanese, 5 giugno 2017 – A pochi giorni dal voto il candidato sindaco del centrodestra Cesare Mannucci continua a incontrare i cittadini spiegando loro quali sono i progetti che la coalizione intende portare avanti per far tornare la città il punto di riferimento di tutto il Sud Milano. Lo abbiamo incontrato e ha rilasciato un'intervista esclusiva a 7giorni:

Quali sono le novità che la coalizione di centrodestra vuole portare a San Donato Milanese? Come sarà l’approccio della sua Amministrazione?
Il nostro sarà un approccio di competenza: affronteremo le situazioni con decisione, senza tentennamenti e punteremo alla risoluzione dei tanti problemi che l’Amministrazione uscente e quelle passate hanno lasciato alla città.

Lei ha amministrato dal 1996 al 2001 a Mediglia. Sono passati tanti anni e sono cambiate tante cose. Che difficoltà in più ci saranno rispetto all’avventura di vent’anni fa?
La scena italiana è cambiata a causa della crisi che si protrae da dieci anni. Ci sono problematiche enormi che negli anni passati non c’erano:  l’occupazione, la perdita del lavoro, e i problemi legati al fenomeno dell’immigrazione di massa. Oggi assistiamo a una ristrettezza nei bilanci dei Comuni dovuta alle rigidità date dai patti di stabilità. Ci sono delle attese e quindi quando si hanno a disposizione delle risorse bisogna avere la capacità di realizzare nei tempi più veloci possibili gli interventi prefissati. Ciò significa che, mentre una volta certe scelte si potevano procrastinare, oggi le aspettative dei cittadini sono altissime proprio a fronte del fatto che la pubblica Amministrazione deve essere sempre più efficiente. Non è cambiato molto il modo di gestire rispetto al passato, dal momento che sussiste tutt’ora una separazione netta tra la politica che ha un compito di indirizzo e la parte tecnica che ha un compito di esecuzione. Quello che deve fare un’Amministrazione appena entra in carica è affermare questo principio, deve avere le idee chiare circa il programma, che è stato votato dai cittadini, e metterlo in coerenza con le impostazioni di bilancio in modo da far sì che la macchina amministrativa segua queste direttive.

Alla luce di questo, il meccanismo che c’è adesso sembra premiare le Amministrazioni che sono capaci di avere dei progetti pronti…
Un’Amministrazione deve avere una progettualità, deve capire esattamente che il cavallo in corsa va subito cavalcato. Non è il momento del dire ma quello del fare, altrimenti non c’è da stupirsi se i cittadini sono sempre più distanti dalla politica e soprattutto se emergono forme di populismo e di demagogia. Bisogna affidarsi a persone che hanno in mano competenze e determinazione.

Cosa andava fatto meglio in questi cinque anni, cosa Checchi ha lasciato per strada?
E’ stato sottovalutato, anche per filosofia politica dell’Amministrazione di centrosinistra, il tema della sicurezza. Una situazione di degrado cittadino simile non c’è mai stata nella storia di San Donato. Abbiamo sempre detto che questa è una città che storicamente è sempre stata accogliente e aperta verso le altre culture per la sua specificità e per la presenza dell’Eni. Tuttavia oggi abbiamo una penetrazione all’interno del territorio comunale di persone che nulla hanno a che fare con la presenza di queste persone qualificate. È un problema che va risolto ma non va rimandato alla pubblica Amministrazione che non ha le competenze specifiche per farlo. In questi giorni abbiamo incontrato i sindacati dei pensionati che ci hanno fatto presente quali sono le aspettative dei cittadini e in particolare degli anziani. Questi sono i veri problemi che deve affrontare l’Amministrazione comunale. Del resto se ne deve occupare il Governo centrale.  Checchi questo fatto, forse, lo ha sottovalutato.
Circa altri progetti importanti per la città l’Amministrazione ha avuto un atteggiamento titubante, molto attendista e arriva a fine legislatura con questi problemi che attendono una risoluzione definitiva.


Mannucci poi si è poi espresso circa vari temi caldi legati al territorio:

Bonifica della Campagnetta
È un’azione importante quella messa in campo dall’Amministrazione comunale, anche se i costi sono veramente esorbitanti. Forse si poteva fare diversamente. Comunque è un progetto ormai deliberato, c’è un impegno di spesa e chi subentrerà dovrà farsene carico per portarlo a compimento.

Parco Mattei / centro sportivo

È la ciliegina sulla torta del fallimento dell’Amministrazione Checchi. Oggi se ne fanno un vanto, come se fossero loro i salvatori dell’impianto, ma i cittadini si ricordano che questa Amministrazione è quella che nel 2013 ha chiuso l’impianto natatorio giustificando questa scelta dicendo che la piscina e il parco fossero una perdita economica troppo alta per le casse comunali. Poi hanno promesso una riqualificazione.  Avrebbero dovuto chiudere la piscina nel momento in cui ci fosse stato un progetto esecutivo e una volta aggiudicata l’opera. In questo modo i disagi sarebbero stati limitati al tempo di esecuzione dei lavori. La scena attualmente è questa: piscina chiusa per tre anni, a breve saranno aggiudicati i lavori e per realizzarla ci vorranno almeno due anni. Prima che l’impianto natatorio venga restituito alla cittadinanza passeranno tra i cinque e i sette anni. Questa non è una vittoria.

Sesto palazzo dell’Eni
Era una novità lasciata in eredità dall’ultima Giunta di centrodestra che era riuscita ad ottenere questa importante opera che, di fatto, faceva riappropriare Eni del proprio centro direzionale. C’era una convenzione in corso e l’Amministrazione “ha voluto vederci chiaro” e quindi si è tutto arenato. Checchi non ha avuto la forza di realizzare il sesto palazzo.
 

Il Pratone
È una proprietà privata: negli anni ’90 infatti l’Amministrazione fece una scelta precisa dando vocazione edificatoria  e mantenendo una quota a verde. Le Amministrazioni che si sono succedute hanno fatto l’unica opera meritevole: quella di mantenere i due terzi a verde compatto nella zona centrale del Pratone. E’ poco carino aver presentato adesso il progetto per le opere accessorie, come il frutteto, dimenticando di mettere in chiaro quella che è la realtà delle cose: in fondo, sulla via Gramsci, ci saranno dei palazzoni. Non è giusto illudere i cittadini facendo loro credere che sarà fatto un “Central Park” quando invece saranno edificati sette o otto palazzoni con circa 200 unità abitative totali.