Melegnano, la famiglia di Mattia, ucciso da un pirata della strada il 9 febbraio, chiede giustizia. Già raccolti 5mila euro online

La famiglia di Mattia Rossi, il trentenne di Melegnano investito e ucciso da un pirata della strada lo scorso 9 febbraio a Monza, adesso chiede giustizia

La Smart del pirata della strada, e nel riquadro Mattia Rossi

La Smart del pirata della strada, e nel riquadro Mattia Rossi

Il luogo dell'investimento

Il luogo dell'investimento

«Mi sono girato, e ho visto il corpo di Mattia in aria - ha raccontato un amico di Mattia ai carabinieri la notte del 9 febbraio -. Dovevamo entrare nel pub, io ero davanti a lui, quando mi sono voltato Mattia non c’era più». Un impatto terrificante quello tra la Smart condotta da Massimo Commisso, 41 anni, ubriaco al volante (già finito nei guai in passato per guida in stato di ebbrezza), e il povero Mattia Rossi, 30enne di Melegnano, travolto e ucciso mercoledì sera mentre attraversava l’incrocio del “Malcantone”, alla periferia orientale di Monza.
«Questa raccolta fondi - scrive Marco Rossi su GoFundMe - intende aiutare la famiglia a sostenere tutte le spese legali necessarie per l'accertamento della verità. Mattia - si legge - era un ragazzo di appena 30 anni, solare, gioioso e dinamico, con tantissimi obiettivi da raggiungere nella vita».
Il giovane, originario di Melegnano, era laureato in chimica e lavorava presso un’azienda farmaceutica. La sera del 9 febbraio, mentre attraversava la strada, è stato investito da un 41enne che non si è fermato per prestare soccorso ma è stato successivamente arrestato. Il pirata è accusato di omicidio stradale. Ma anche di reati come guida in stato di ebbrezza, omissione di soccorso e resistenza, vista la sua fuga all’alt dei carabinieri di Monza, che lo hanno catturato dopo un breve inseguimento. L’11 febbraio si è tenuta davanti alla giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza Silvia Pansini l’udienza per la convalida del fermo e la conferma della custodia cautelare in carcere chiesta dal magistrato titolare delle indagini.
«Perché, un giorno, potremo rivedere ancora il tuo sorriso negli occhi di chi ti ha amato», si legge tra i messaggi dei numerosi donatori che hanno aderito alla raccolta, arrivata a cinquemila euro in poche ore.

La campagna per sostenere la famiglia nelle spese legali è raggiungibile al link https://gf.me/v/c/gfm/giustizia-per-mattia