Coronavirus, nuovo Dpcm: bar e ristoranti chiusi alle 18, stop a palestre e piscine, didattica a distanza al 75%
Mentre i contagi continuano a crescere, non si placa l’isteria istituzionale: siamo ormai sommesi da montagne di decreti e ordinanze molto confusi e difficilmente applicabili in toto. Tenuta economica, sociale e psicologica del Paese a rischio. Leggi il testo completo del Dpcm in formato PDF
25 ottobre 2020
La curva dei contagi continua a crescere segnalando la preoccupante diffusione del morbo, ogni giorno più aggressivo tra la popolazione. Il numero dei ricoverati cresce di giorno in giorno mettendo le strutture sanitarie sotto pressione; la conta quotidiana dei deceduti scandisce con inesorabile drammaticità l’addentrarsi nella stagione invernale, la prova più difficile che l’Italia e buona parte del mondo sono chiamati ad affrontare.
Le istituzioni sono in affanno, fanno ciò che possono, certo troppo poco.
E così, mentre il Paese assiste attonito alla seconda notte di vera e propria guerriglia urbana in alcuni dei maggiori centri cittadini – scontri che ricordano le ataviche sommosse messe in atto dai sudditi affamati di un’Italia preunitaria –, mentre la tenuta economica e sociale del Paese è ogni giorno più a rischio, mentre i più fragili vedono ormai l’orlo del baratro della disperazione a pochi centimetri dal proprio capo, il premier Giuseppe Conte, il ministro Roberto Speranza e i membri del comitato tecnico-scientifico, illuminati dai lampadari degli antichi palazzi romani, partoriscono (nella notte tra sabato e domenica) un nuovo decreto. L’ennesimo. Al quale si sommano tutti i precedenti e le innumeri e disordinate ordinanze regionali e comunali. Siamo ormai irreparabilmente ingarbugliati in un groviglio di norme e restrizioni di ogni genere, dal quale districarsi appare impresa assai ardua per qualunque persona abbia, durante le proprie lunghe e difficili giornate, altri grattacapi di sorta.
Proviamo dunque, per quanto possibile, a fare chiarezza e ad enumerare le ultime regole emanate, quelle contenute nel Dpcm vergato dal premier nella notte tra sabato e domenica, da alcuni già ribattezzato come un “lockdown mascherato”.
In primis, una raccomandazione a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi. Le autorità chiedono dunque ai cittadini uno sforzo collaborativo affinché l’Italia non si fermi del tutto, mettendo però in ginocchio i settori che del “superfluo” si nutrono e su cui costruiscono le proprie attività.
Il capitolo più corposo del nuovo Dpcm è costituito dalla ristorazione. In tal senso, a decorrere dal 26 ottobre 2020, le attività dei servizi di ristorazione, fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie sono consentite dalle ore 5.00 fino alle 18.00. Stop quindi alle cene nei ristoranti e bar che lavoreranno a metà. Il consumo al tavolo resta comunque consentito, ma per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. Allo scattare delle 18,00 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico. Rimane consentita la ristorazione con consegna a domicilio, nonché fino alle ore 24,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze.
Sono sospese le attività dei parchi tematici e di divertimento
Il nuovo testo governativo decreta la sospensione degli eventi e delle competizioni sportive degli sport individuali e di squadra, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato. Restano consentiti soltanto gli eventi e le competizioni sportive, riconosciuti di interesse nazionale dal CONI, nei settori professionistici e dilettantistici così come gli eventi e le competizioni sportive, nonché le sedute di allenamento degli atleti agonisti, all'interno di impianti sportivi, rigorosamente a porte chiuse e all'aperto.
Altro tema centrale è rappresentato dallo stop all’attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi.
Chiuse anche le sale giochi e i centri scommesse, così come bingo e casinò.
A partire dal 26 ottobre chiudono nuovamente i cinema e i teatri, da poco riaperti e da mesi in gravissime difficoltà economiche. Ancora chiuse discoteche e sale da ballo.
Sono vietate le feste – sempre al centro di polemiche e discussioni – nei luoghi al chiuso e all’aperto, ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose.
Con riguardo alle abitazioni private, «è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza».
Sospesi da lunedì anche convegni e congressi in presenza.
Capitolo scuola, sempre tra i più controversi ed ambigui: le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, per una quota pari al 75 per cento delle attività , modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l'eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l'ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9. Resta salvo che ogni regione può intervenire, come è già accaduto, per modificare e restringere ulteriormente le norme nazionali.
Il governo esorta infine le aziende e i lavoratori a svolgere le proprie mansioni, ove possibile, in modalità agile (smart working).
Le disposizioni contenute nel decreto producono la propria efficacia dalla data del 26 ottobre 2020 e sino al 24 novembre 2020.
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25 ottobre 2020