Milano, mentre la città sprofonda sotto il peso della pandemia, in stazione Centrale centri sociali, palestinesi e nigeriani manifestano in piazza

De Corato: «Non è possibile chiedere ai commercianti, ai ristoratori e alle altre categorie di limitare le proprie attività e di applicare con rigore le norme anti-contagio e poi permettere questi assembramenti»

Milano 24 ottobre 2020. In queste ore drammatiche per Milano, nelle quali il contagio da Coronavirus sta raggiungendo numeri esponenziali, in piazza Duca d’Aosta è andata in scena una protesta con il sostegno del Centro sociale Cantiere, che con la campagna  ‘Decolonize the city’ persegue la cancellazione  di simboli che a loro dire celebrano colonialismo, razzismo e violenza patriarcale. Così in seguito all’intervento realizzato ai Giardini Montanelli dove la settimana scorsa, le forze dell’ordine hanno rimosso un’opera in ferro che rappresenta il rivoluzionario Thomas Sankara, creata dall’artista senegalese Mor Talla Seck, posata abusivamente di fianco a quella di Indro Montanelli, gli attivisti sociali hanno pensato bene di organizzare una manifestazione di protesta davanti alla stazione Centrale di Milano. Alla manifestazione hanno partecipato gruppi di nigeriani intervenuti per protestare contro ciò che accade nel Paese africano in questi giorni. In Nigeria la polizia “corrotta” starebbe commettendo ogni genere di crimini e brutalità. In serata, sempre davanti alla Stazione Centrale, è prevista un’altra manifestazione organizzata dall’Associazione dei Palestinesi in Italia. «È assurdo che - dichiara l'assessore lombardo alla Sicurezza, immigrazione e polizia locale, Riccardo De Corato -, in piena emergenza Coronavirus, queste persone si accalchino e si assembrino con il rischio concreto di aumentare il contagio. Non è possibile chiedere ai commercianti, ai ristoratori e alle altre categorie di limitare le proprie attività e di applicare con rigore le norme anti-contagio e poi permettere questi assembramenti».