“Big Brothers”: la maxi operazione della Guardia di Finanza di Lodi coinvolge anche San Donato e Zelo

22 arresti e 37 indagati tra Lodigiano e Sudmilano per spaccio, usura ed estorsione gestiti da due clan di rom. In carcere l’ex capo della Polizia locale di Zelo, indagato un dipendente del Comune di San Donato

Per il Comune sandonatese «Nessun operatore dell’Ufficio Anagrafe risulta coinvolto»

22 ordinanze di custodia cautelare in carcere e ben 37 persone indagate per spaccio di sostanze stupefacenti, usura, estorsione e reati contro la Pubblica Amministrazione. Ma anche sequestri di beni mobili ed immobili, per un valore complessivo pari a 1,3 milioni di euro. Sono questi i numeri più significativi della maxi operazione della Guardia di Finanza di Lodi denominata “Big Brothers” scattata giovedì 12 gennaio che ha interessato i territori del Lodigiano e del Sudmilano. Il blitz, che ha richiesto l’impiego complessivo di circa 150 militari e 5 unità cinofile, rappresenta di fatto l’esito di complesse e minuziose indagini partite a dicembre del 2015 e condotte sotto la direzione della Procura della Repubblica di Lodi. Il lavoro investigativo ha consentito di individuare alcuni soggetti di etnia rom, i quali mostravano un tenore di vita sproporzionato rispetto alle attività economiche dichiarate. Le indagini, protrattesi per tutto il 2016, hanno gradualmente portato alla luce le responsabilità due gruppi criminali, operanti nel Lodigiano e nel Sudmilano, uno incentrato sulla famiglia di etnia rom dei L., l’altro vicino alla famiglia di origine campana dei S., entrambe dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti (soprattutto nella zona di San Giuliano), alle estorsioni ed all’usura. Oltre a ciò, è emerso un sistema di corruzione per il rilascio indebito di residenze e cittadinanze in Italia, nonché per ottenere altri illeciti favori, incentrato sulla figura di un Pubblico Ufficiale disponibile ad agevolare tali pratiche in cambio di denaro. Nello specifico, la persona coinvolta è risultata essere il 53enne ex capo della polizia Locale di Zelo Buon Persico, poi passato in organico alla polizia Locale dei Comuni dell’Unione del Nord Lodigiano, che figura tra gli arrestati. Secondo le Fiamme Gialle, l’ex comandante intratteneva con la famiglia degli L. una collaborazione illecita basata sulla corruzione, per l’indebita cancellazione di verbali al Codice della Strada. Ma soprattutto l’Ufficiale, quale responsabile del servizio di accertamenti residenze, in cambio di denaro attestava residenze fittizie a beneficio di cittadini extracomunitari, permettendo così a questi ultimi di ottenere la cittadinanza italiana e quindi tutti i benefici che ne conseguono. Al momento, è possibile stimare che tale sistema, nel solo secondo semestre del 2016, abbia permesso il rilascio di residenze fittizie ad oltre 280 soggetti, per un giro d’affari complessivo pari a 2mln di euro. Proprio questo filone delle indagini ha portato all’esecuzione di perquisizioni negli uffici dell’anagrafe dei Comuni lodigiani di Massalengo, Tavazzano e Zelo e in quello sudmilanese di San Donato. Per quanto riguarda quest’ultimo, al momento risulta indagato un dipendente comunale che però, precisa l’ente, non è in organico all’Anagrafe. «Nessun operatore dell’Ufficio Anagrafe risulta coinvolto nell’indagine – fanno sapere dal Comune di San Donato - . La persona coinvolta è, in effetti, un dipendente del nostro Comune dal 2000 e il suo coinvolgimento, da quanto risulta, sarebbe conseguente ad attività attinenti alla sfera personale e non connesse al suo ruolo all’interno dell’Ente, che comunque non afferisce ai servizi demografici».

Alessandro Garlaschi