Il Virus non si ferma, Conte rincorre Fontana e dopo la Lombardia anche l’Italia chiude tutto, mentre Boccia fa ironia sulle mascherine

Nella giornata più nera, 793 deceduti, il Governo, con un provevdimento annunciato a tarda notte, insegue le decisioni di Regione Lombardia: «Crisi peggiore dal secondodopo guerra»

A sinistra il premier Conte durante il video messaggio social e a destra il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia alla conferenza stampa della Protezione civile

L’Italia nella sola giornata del 21 marzo registra 793 persone decedute, portando il dato assoluto a 4.032 morti con un incremento di 627 persone rispetto a mercoledì scorso. Sono complessivamente 37.860 i malati di coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a mercoledì di 4.670. Il numero complessivo dei contagiati - comprese le vittime e i guariti - ha raggiunto i 47.021. Il dato è stato fornito dal commissario per l'emergenza Angelo Borrelli in conferenza stampa alla Protezione Civile. Ma la situazione più tragica la sta vivendo la nostra Regione, per questo nella prima serata Attilio Fontana aveva emanato una nuova Ordinanza regionale per chiudere tutto. Ancora una volta il nostro premier sembra avere il freno a mano tirato. Giuseppe Conte a tarda notte utilizzando metodi di comunicazione discutibili - il suo profilo Facebook - come se in Italia non esistessero le Istituzioni, la televisione di Stato e la stampa, ha comunicato agli italiani che sostanzialmente assumeva per l’Italia l’ordinanza del Presidente della Lombardia.
«Al di fuori delle attività ritenute essenziali – dichiara Conte nel su messaggio notturno - consentiremo solo lo svolgimento di lavoro in modalità smart working e consentiremo solo le attività produttive ritenute comunque rilevanti per la produzione nazionale. Quelle messe in atto sono misure severe, ne sono consapevole, ma non abbiamo alternative. In questo momento dobbiamo resistere, perché solo così riusciamo a tutelare noi stessi. Sono misure che richiederanno tempo per far vedere i loro effetti. È la crisi più difficile che il paese sta vivendo dal secondo dopoguerra. la morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova. Rallentiamo il motore produttivo del paese ma non lo fermiamo. Non è una decisione facile - ha poi aggiunto il premier-, ma si rende necessaria oggi per poter contenere quanto più possibile la diffusione dell'epidemia». Le nuove misure restrittive annunciate sono valide fino al 3 aprile, quelle di Regione Lombardia fino al 15 Aprile. «Abbiamo deciso di chiudere in tutta Italia ogni attività produttiva che non sia cruciale, indispensabile, a garantirci beni e servizi essenziali. Continueranno a venire assicurati i servizi bancari, postali, assicurativi e finanziari. Mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte come una catena a protezione del bene più importante, la vita. Se dovesse cedere un solo anello questa catena saremmo esposti a pericoli più grandi, per tutti. Quelle rinunce che oggi ci sembrano un passo indietro domani ci consentiranno di prendere la rincorsa». ha concluso il presidente del Consiglio.
Mentre in Italia la gente muore il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia nella conferenza stampa di ieri sera, nella sede della Protezione Civile, si è presentato con la mascherina appesa all'orecchio, facendo ironia sulla questione della mascherine sollevata dall’Assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera. Forse credeva di fare lo spiritoso... di certo ha scelto la giornata sbagliata, quella peggiore dall’inizio del’emergenza in termini di vittime. Qualcuno dovrà dirglielo.
Giulio Carnevale