Davano fuoco alle auto dei loro superiori: indagati due dipendenti della Mapei a Mediglia

Secondo gli inquirenti, il 35enne e il 53enne avevano danneggiato le vetture di proprietà di capi reparto e capi turno che li avevano rimproverati

Gli episodi contestati sono tre

Non avevano gradito i rimproveri dei loro superiori, così si sono vendicati appiccando incendi alle loro vetture. Di questi atti dolosi, secondo i carabinieri del Comando Provinciale di Milano, si sarebbero macchiati due dipendenti “scontenti” della Mapei, in forze allo stabilimento produttivo di Robbiano di Mediglia. Le indagini degli inquirenti avevano preso avvio proprio dalle denunce delle vittime, le quali si erano ritrovate le auto con evidenti segni di danneggiamento da fuoco, mentre queste erano posteggiate nel parcheggio dell’azienda a Mediglia. In tal senso, gli investigatori avevano quasi subito ipotizzato la natura non casuale degli episodi, anche in considerazione del fatto che questi fossero tutti a danno di capi reparto e capi turno dello stabilimento. A seguito di indagini capillari ed accurate, gli inquirenti sono stati in grado di stringere il cerchio attorno a due operai, un 35enne ed un 53enne che, alla fine, sono stati indagati a piede libero per danneggiamento a seguito di incendio. Secondo l’accusa, infatti, i due lavoratori avrebbero pensato bene vendicarsi dei loro superiori, dai quali avrebbero ricevuto dei rimproveri in merito al loro rendimento. In altre parole, il 35enne ed il 53enne non avrebbero accettato di buon grado le richieste provenienti dai capi, che chiedevano maggior attenzione nello svolgimento delle mansioni. Gli accertamenti svolti in sede di indagine hanno inoltre fatto emergere un precedente per associazione mafiosa a carico dell’operaio più anziano. Tuttavia i carabinieri escludono che i fatti di Mediglia siano in qualche modo collegati a dinamiche di criminalità organizzata, ma siano inerenti esclusivamente alla sfera della vendetta personale.
Redazione Web