Gettata giù dall’auto in corsa sulla Paullese: è giallo a Mediglia
La giovane donna, che si trova ricoverata in gravi condizioni all’Humanitas di Rozzano, non collabora con i carabinieri. Il caso probabilmente connesso al mondo della prostituzione
Ancora non è chiaro se la ragazza sia stata spinta o si sia buttata spontaneamente
È giallo, tra Mediglia e Settala, circa la brutta avventura vissuta da una giovane donna di colore, molto probabilmente una nigeriana di età compresa tra i 20 e i 30 anni. Attorno alle 2 del mattino di domenica 20 agosto, infatti, la ragazza è caduta violentemente dal sedile del passeggero di una station wagon blu che viaggiava lungo la Paullese, rimediando numerose contusioni in tutto il corpo. Del caso si stanno occupando i carabinieri della Compagnia di San Donato, ma il loro lavoro si prospetta tutt’altro che agevole. La giovane africana, infatti, al momento dei soccorsi era priva di documenti e successivamente si è chiusa nel più completo mutismo, sostenendo di non comprendere l’italiano. Gli inquirenti sospettano che si tratti di una prostituta rimasta vittima di un tentativo di rapina, al termine del quale il suo aggressore l’ha poi scaraventata giù dall’auto in corsa. Tuttavia non è da escludere che la donna si sia lanciata dall’abitacolo di sua volontà, per ragioni ancora del tutto sconosciute. La sua reticenza, inoltre, potrebbe essere legata al fatto di trovarsi in Italia in condizioni di irregolarità. Gli uomini dell’Arma hanno potuto ricostruire i fatti grazie al prezioso contributo di un altro automobilista, che ha assistito alla scena con i suoi occhi ed ha poi lanciato l’allarme. Quest’ultimo ha raccontato di aver visto spalancarsi la portiera dell’auto che lo precedeva e quindi la ragazza “cadere” dall’auto e ruzzolare sull’asfalto, all’altezza del Paullese Center. L’uomo ha subito arrestato la sua marcia ed ha contattato il 118, che ha provveduto ad accompagnare la giovane all’Humanitas di Rozzano. I successivi controlli medici hanno fortunatamente escluso la sussistenza del pericolo di vita, ma hanno tuttavia certificato la gravità delle ferite della paziente.
Redazione Web