Melegnano al ballottaggio: intervista doppia a Vito Bellomo e Pietro Mezzi
Il Centrosinistra scala le preferenze. Pdl a sorpresa: 32% di voti, per Vito Bellomo è «segno del mio buongoverno»
5% di differenza: Melegnano esce dal primo turno calandosi nel più problematico degli scenari. Una compatta e motivata coalizione di Centrosinistra (che raduna Pd, Sel, Idv e la lista civica Melegnano in Comune) riscuote, sotto il nome ispiratore di Pietro Mezzi, il 40% dei consensi elettorali, ma il Centrodestra, mutilo della Lega Nord e di altre significative alleanze se non quella tra Pdl, La Destra e la lista civica Melegnano nel Cuore, raccoglie una percentuale pari al 35,25% e veleggia al secondo turno sotto l’egida ancora carismatica di Vito Bellomo. Il partito del sindaco uscente, il Pdl, è stato infatti barrato sul 32,56% delle schede valide. Lo schieramento più votato in assoluto, con un totale di croci che solo Pd e Sel messi insieme (22% e 10,90%) sono riusciti a sfidare.
Situazione critica: «Altri 15 giorni di fatica» è la dichiarazione che Pietro Mezzi offre come commento post elettorale. Nella nota ufficiale emessa all’indomani dello spoglio, il sindaco sfidante Mezzi, ringraziando gli elettori, ha commentato la tenuta del maggior partito avversario come «un’anomalia» su scala nazionale: sarebbe il risultato di una «rete di favoritismi» che Bellomo avrebbe disseminato nei posti di potere della città. Dal canto suo, Bellomo, raggiunto da 7giorni per una contro-dichiarazione, sostiene che il buon risultato di Mezzi è «sicuramente da attribuire alla compattezza della coalizione che lo sostiene», ma la sorprendente performance del Pdl equivarrebbe al «riscontro sul buon governo della mia uscente Amministrazione». Nel frattempo Vito Bellomo e Pietro Mezzi concedono un’intervista faccia a faccia, svolta in versione originale sull’emittente radiofonica Radio Sound Milano giovedì 10 maggio, moderata dallo staff di 7giorni. Proponiamo le parti salienti della mezz’ora di confronto.
Cosa fare per favorire crescita e occupazione, e proteggere Melegnano dall’ondata di suicidi in atto? Per Bellomo si deve «partire dalla priorità a chi è in difficoltà economica: sostegno agli affitti e alle rette scolastiche dei figli, dunque, che il Comune di Melegnano non ha fatto mancare in questi 5 anni. Inoltre il nostro Pgt – conclude Bellomo – ha previsto nella zona Ovest la trasformazione di un’area dismessa in area produttiva, che consentirà di dare lavoro ai giovani e agli adulti in mobilità». Per Mezzi, «è fondamentale la salvaguardia delle attività economiche portanti di Melegnano; per questo motivo crediamo che il Pgt del Centrodestra, relativo alla trasformazione della zona Ovest in una media struttura di vendita, sia un errore. Siamo favorevoli all’insediamento di un’industria alimentare in quella zona, ma vogliamo sapere quali siano i piani di sviluppo di quella società e chiediamo che siano eco-compatibili».
Con la sua Amministrazione si andrà avanti a pagare l’Imu oppure no? Mezzi: «Il bilancio 2012 varato da Bellomo ha mantenuto al 4 per mille l’Imu sulla prima casa, mentre ha aumentato allo 0,86 per mille quella sulla seconda casa. Credo che sia possibile agire diversamente sulla manovra 2012; ecco perché una delle mie prime preoccupazioni sarebbe cercare di riportare l’Imu allo 0,76 per mille». Bellomo: «Togliere l’Imu a mio avviso comporterebbe una perdita di servizi, poiché l’aumento che abbiamo applicato è andato a favorire i servizi sociali ai cittadini in difficoltà. Abbiamo già iniziato a operare sul versante del contrasto all’evasione fiscale, che in un futuro ci potrebbe portare verso un abbassamento dell’aliquota Imu sulla seconda casa».
Riscossione delle imposte: come gestirla a Melegnano? Bellomo: «Intensificare la lotta all’evasione contro gli immobili-fantasma, contattando una società di verifica sui beni immobili che non sono denunciati al catasto e si sottraggono in maniera totale alle imposizioni fiscali previste dalle leggi tributarie. Un’operazione concordata con l’Agenzia delle Entrate, che va a colpire i cosiddetti “furbetti”». Mezzi: «Il livello impositivo non può essere aumentato in questa fase economica; la pressione a cui sono sottoposte le famiglie deve indicare un’altra direzione, quella mostrata dalla rete Anci Lombardia per un’equa ripartizione dei costi. Tutti paghino, per pagare meno. Occorre anche razionalizzare la spesa pubblica e intercettare risorse pubbliche».
Marco Maccari