Alberto da Giussano balla sul palco ‘lumbard’ di Van de?Sfroos

Sul palco sono intervenuti il sindaco Marco Mariani, l’assessore alle Culture, Identità e Autonomie di Regione Lombardia Massimo Zanello, Davide Van de Sfroos e il regista Renzo Martinelli. Quest’ultimo ha regalato al pubblico 8 minuti dell’attesissima anteprima, alla quale è seguita una dimostrazione sulle tecniche digitali nell’elaborazione della scenografia.
Interamente girato in Romania con un cast di 10.000 comparse, il film vanta interpreti del calibro di Rutger Hauer (il replicante del film culto “Blade Runner”) nei panni del Barbarossa, e Raz Degan, che darà il volto ad Alberto da Giussano. L’appuntamento è al Castello Sforzesco il 2 ottobre per l’anteprima mondiale. Un film interamente girato in lingua inglese per dare più visibilità al film sulla scena internazionale.
Ed è questo il secondo e ultimo tema prima della musica: il dialetto, un patrimonio da tutelare e promuovere oppure da abbandonare, proseguendo verso una globalizzazione sempre più mono-lingua? C’è dal palco una decisa intenzione a tutelare i dialetti e a  valorizzarne il suo impiego, tuttavia nessuno ha una chiara posizione. Basta che dell’argomento non se ne faccia solo una battaglia “politica”.
La serata è proseguita in un crescendo di emozioni. Il cantautore comasco Davide Van de Sfroos si è esibito in un concerto gratuito che non ha lasciato delusi gli affezionati fans i quali, già dal tardo pomeriggio, sfidando una pioggia impietosa, affollavano le tanto ambite prime file di fronte al palco.
 In scaletta si sono alternati pezzi tratti dall’ultimo album “Pica!” come “L’Alain Delon de Lenn” e i sempreverdi cavalli di battaglia come “La curiera” o “Pulenta e galèna frégia”, fino alla chiusura a sorpresa in cui la band si è scatenata interpretando uno storico pezzo degli AC/DC. Testimone di una cultura dialettale che non può e non deve essere dimenticata, Van de Sfroos, con la sua band d’annata, ha regalato ai fans, che mai mancano di ricambiarne l’affetto con cori e striscioni, due ore di musica da assaporare lentamente come un buon vino.

Carmine Latronico