Intervista a chi sta vivendo l'esodo russo in prima persona

I voli per città come Dubai o Istanbul sono attualmente alle stelle. La gente comune cerca voli interni verso città vicine ai confini, che poi attraversano in macchina o a piedi.

Dopo l'annuncio di Putin sulla mobilitazione parziale, decine di migliaia di giovani russi hanno cercato rifugio oltre i confini. In particolare, si riporta di seguito l'esperienza di Andrea (nome di fantasia), un ragazzo italiano che sta vivendo l'espatrio dei giovani russi in prima persona. Andrea sta svolgendo un tirocinio universitario tra il Kazakhstan e l'Uzbekistan, e nell'ultima settimana ha preso diversi treni per spostarsi tra i due paesi. 

Come entrano i cittadini russi in Kazakhstan? Non hanno bisogno del passaporto?
No, hanno solo bisogno dell'equivalente di carta d'identità, poiché il Kazakhstan faceva parte dell'URSS. Due giorni fa mi trovavo sul treno che va da Šymkent (Shymkent) ad Almaty, ed era pieno di giovani russi. I voli per città come Dubai o Istanbul sono attualmente alle stelle, e in pochi possono permetterseli. La gente comune cerca voli interni verso città vicine ai confini, che poi attraversano in macchina o a piedi. Ovviamente le città più gettonate sono Astana
o Almaty, ma sono anche quelle più sature e coi prezzi più proibitivi: in alcuni ostelli chiedono addirittura 400 euro a notte.

Hai conosciuto qualcuno la cui storia ti è rimasta impressa?
Il mio compagno di cuccetta - un cittadino della Federazione russa ma di etnia kirghisa. Ha 36 anni, è padre di famiglia, e sta cercando di raggiungere Biškek, con la moglie e i tre figli. Prima lavorava in una fabbrica nei dintorni di Mosca, e quando ha sentito della mobilitazione parziale ha deciso di scappare immediatamente. All'inizio la sua idea era quella di arrivare a Biškek in macchina. Però, la partenza improvvisa non ha permesso di passare dal meccanico e poco dopo la macchina li ha lasciati a piedi. A quel punto, la famiglia ha deciso che era meglio percorrere gli ultimi 30km verso il confine a piedi e poi prendere il treno... Anche perché, se ci si dovesse trovare in mezzo al nulla della steppa kazakha con la macchina rotta, il destino che ti aspetta è morte certa. Invece, nella cuccetta affianco si trovavano sei ragazzi russi di età tra i 25 e 36 anni. Sono partiti con una sola valigia e senza organizzare niente. Non sanno ancora cosa ne sarà di loro. Vladimir ad esempio, lavorava per la televisione, e per questo è partito all'ultimo e senza piano B. Mi ha detto che "prima aveva tutto e ora la sua vita è rovinata", e che da Almaty spera di raggiungere Israele, dal momento che la moglie ha radici ebraiche.

E la popolazione kazakha come sta vivendo questo flusso di immigrati?
Sui social network i giovani kazakhi condividono post di associazioni di volontari che cercano di aiutare i russi appena arrivati a trovare posti in cui dormire e in cui vi sia un servizio di prima accoglienza. Sembrerebbe che li stiano accogliendo bene per ora. Ma un altro ragazzo mi ha confidato di essere preoccupato per l'orda di persone in arrivo e teme che la situazione possa sfuggire di mano. Direi che la popolazione sembra comprendere ciò che sta accadendo, ma c'è anche qualche perplessità su come verrà gestito questo esodo

Le persone che hai incontrato scappano dalla guerra o da un governo ingiusto?
Il ragazzo kirghiso dice che questa guerra non lo riguarda, mentre il gruppo di russi ha realizzato che la realtà dei fatti non coincide con ciò che dice la propaganda in TV. Restano comunque critici sia nei confronti del governo russo che dell'Occidente e dell'Europa.

Arianna Cerea