Resti umani rinvenuti sotto il cavalcavia della Teem: appartengono a un cittadino svizzero scomparso a giugno

Macabro ritrovamento a Cerro al Lambro. Si tratta di Pierre Fellay, 75 anni, e di lui si era occupato anche “Chi l’ha visto?”. L’uomo era stato notato dalla Polizia fermo a bordo strada e affidato alle cure del Predabissi, da cui poi si era fatto dimettere. Molti ancora gli interrogativi

La Scientifica sul luogo del ritrovamento

La Scientifica sul luogo del ritrovamento Nel riquadro Pierre Fellay

Sono tutt’ora in corso le indagini per scoprire le cause della morte di Pierre Fellay, pensionato svizzero i cui poveri resti sono stati rinvenuti sotto il cavalcavia della Teem, a Cerro al Lambro. 

La macabra scoperta risale al pomeriggio di lunedì 4 ottobre ed è stata effettuata da una squadra di manutentori della Tangenziale esterna. L’identificazione del corpo, ormai in avanzato stato di decomposizione, è stata possibile grazie al ritrovamento di un borsone contenente gli effetti personali del 75enne residente a Fully, in Svizzera. 

In base a quanto ricostruito sin ora, lo scorso 29 giugno l’uomo era salito sul suo Dacia Duster e si era allontanato dalla casa di cura in cui si trovava ricoverato pare per sintomi di demenza senile. Il giorno successivo la Polizia Stradale lo aveva trovato fermo a bordo strada nei pressi del casello di Vizzolo della Tangenziale esterna e lo aveva convinto a farsi visitare al Pronto Soccorso dell’ospedale Predabissi. Stando a quanto reso noto dal nosocomio, l’anziano non aveva segnalato patologie pregresse, se non un’ipertensione, era stato visitato ma poi aveva rifiutato ulteriori accertamenti ed aveva firmato per essere dimesso. 

Da qui in poi, di fatto, non ci sono più certezze su quanto sia accaduto realmente al 75enne, su come abbia trascorso le sue ultime ore di vita e perché i suoi resti si trovassero in quell’area campestre sotto uno dei piloni della Teem, a ridosso del fiume Lambro. E soprattutto per quale motivo fosse arrivato in Italia. Del caso si era occupata a luglio anche la trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, senza però ottenere risultati.

Nel mentre la Procura di Lodi attende gli esiti dell’autopsia, che verrà eseguita nei prossimi giorni. Già attivate le procedure internazionali di notifica ai familiari per permettere loro di inviare un proprio consulente per assistere all'esame autoptico. 

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