Coronavirus, nuovo DPCM in vigore dal 4 maggio. Fontana: «Bisogna limare un sacco di regole». I vescovi non ci stanno: «Violata libertà di culto»

Lockdown sì, no, forse: visite ai parenti, lavoro e qualche corsetta. Conte lascia (quasi) tutto come prima. Piovono le critiche e c’è chi parla di "Fase uno virgola”

Roma, domenica 26 aprile 2020. Per le ore 20.20 è fissata la conferenza in diretta nazionale del premier Giuseppe Conte, il quale presenterà il nuovo DPCM in vigore dal 4 maggio. L’attenzione e la tensione sono alte ma molti non nascondono una certa soddisfazione ed euforia per quello che, stando alle indiscrezioni circolanti nelle ultime ore, il capo del Governo annuncerà: si vocifera di consistenti allentamenti delle strette, facilitazioni per i lavoratori e possibilità di spostamenti oltre che possibilità di praticare attività sportive liberamente. C’è addirittura chi parla di poter circolare all’aperto senza mascherina – la quale sarà forse da utilizzare solo nei luoghi pubblici chiusi – in virtù dei dati per molti aspetti incoraggianti divulgati negli ultimi giorni dalla Protezione civile. Come ormai di routine, Conte si fa attendere qualche manciata di minuti in più del dovuto; poi si presenta davanti alle telecamere, si accomoda e inizia a parlare. Un sermone di oltre 40 minuti, carico di retorica (simil)patriottica e dagli accenti autoapologetici e autoesaltatori riguardo il proprio operato e le conquiste del proprio governo sui tavoli nazionali ed europei. Intanto, milioni di italiani sono a casa incollati al piccolo schermo che attendono di conoscere le fatidiche disposizioni contenute nel nuovo DPCM appena vergato.  Ed ecco che quindi il premier viene al dunque: molte parole, un’infinità di inchiostro versato (il DPCM è composto di 70 pagine!) ma pochi cambiamenti. Per una nazione intera la festa è rimandata. E il ritorno a un qualcosa che si possa assimilare alla libertà anche. «Se non rispettiamo le precauzioni la curva (dei contagi, n.d.r.) risalirà, aumenteranno i morti e avremmo danni irreversibili per la nostra economia. Se ami l'Italia mantieni le distanze» sono le parole dell’inquilino di palazzo Chigi. Tradotto: gli spostamenti e i contatti interpersonali dovranno continuare ad essere limitati allo stretto necessario, con qualche piccola deroga da molti analisti commentata a caldo come “irrisoria”. Nel dettaglio, proviamo a fare luce sulle principali novità che entreranno in vigore a partire dal 4 maggio. 

- Riapertura del comparto edile e manifatturiero, oltre al commercio all'ingrosso funzionale a questi settori; il tutto nel rigoroso rispetto delle norme di sicurezza e di distanziamento.

- Attività del settore ristorazione e dei bar solo ed esclusivamente per quanto riguarda il servizio da asporto.

- Consentita l’attività motoria da svolgersi singolarmente o nel rispetto della distanza interpersonale di un metro e l’attività sportiva, per la quale la distanza sale a due metri.

- Sarà possibile fare visita ai propri congiunti e familiari nel rispetto delle norme di sicurezza; niente riunioni familiari, feste, rimpatriate. 

- Alle amministrazioni comunali è data la possibilità, a discrezione delle medesime, di procedere alla riapertura di parchi, ville e giardini pubblici all’interno dei quali, comunque, vigeranno le norme di distanziamento sociale.

- Consentite le cerimonie funebri alla presenza di non più di 15 perone. Restano vietate le messe e le funzioni religiose. 

- Restano sospesi eventi sportivi e manifestazioni pubbliche, così come pure rimangono chiuse palestre, centri sportivi e centri benessere.

- Ferme ancora le attività che offrono servizi alla persona, parrucchieri ed estetisti in primis. Si parla del primo giugno come data papabile per una riapertura. (Il primo giugno è lunedì e i parrucchieri sono chiusi, il due giugno è festa nazionale. N.d.r.)

- Continuano la propria regolare funzione farmacie e parafarmacie, edicole e tabaccai. 

Il premier Conte ha posto l’accento sulla necessità di continuare a portare ed eventualmente esibire l’autocertificazione per ogni spostamento effettuato. Gli spostamenti interregionali restano vietati salvo che per comprovate esigenze e necessità inderogabili o motivazioni urgenti di lavoro. Le mascherine saranno in vendita al prezzo calmierato e fisso di 50 centesimi di euro al pezzo. 

Tra le diverse reazioni degli italiani, alcuni plaudenti altri del tutto delusi e sgomenti per le misure contenuto nel DPCM, non è mancata la vibrante reazione della CEI, la Conferenza episcopale italiana. Dall’assemblea dei vescovi italiani  non si è mancato di far trapelare disappunto per le nuove misure previste dal Governo, le quali andrebbero a ledere e «violare la libertà di culto»

«Bisogna ancora cercare di limare un sacco le regole», sono state le parole del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana ai microfoni di Rai Radio 1. Per il numero uno di palazzo Lombardia «ancora non si è entrati nel merito di alcuni problemi che secondo me sono assolutamente fondamentali, come per esempio l'obbligatorietà o meno dell'uso delle mascherine, come faranno i genitori a tenere a casa i bambini se entrambi lavorano, essendo chiusi tutti gli asili nido e le scuole e anche presumibilmente i centri estivi». Parlando poi dei mezzi di trasporto pubblici, Fontana ha aggiunto: «Chi effettuerà i controlli e come, che titolo avranno per bloccare la salita sui pullman? Ci sono ancora dei problemi che dovranno essere affrontati con grande attenzione».
«Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non ha chiarito come aiuteremo le famiglie i cui genitori potranno tornare a lavorare e dove ci sono bambini piccoli», è stata la reazione del sindaco di Milano Beppe Sala.
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Dpcm e allegato del 26 aprile 2020

dpcm-e-allegato-del-26-aprile-2020.pdf

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