A Melegnano, condomini ed esercenti in conflitto
La convivenza è sempre difficile e le 180.000 cause annuali (dati Censis-Anaci) legate a liti condominiali confermano questa realtà. A Melegnano, nelle vie Dante Alighieri, Carmine e De Amicis si combatte una battaglia a suon di cartelli e catene che vede contrapposti i negozianti ai condomini. Il nocciolo della questione è il libero arbitrio: i negozianti vogliono essere liberi di far accedere i potenziali clienti alle proprie attività commerciali e i condomini vorrebbero godere di silenzio e tranquillità. Luciano Porroni, proprietario di P.L. Multiservice, ci racconta che dal 2009, anno in cui ha aperto il suo negozio, la situazione è esacerbata sempre più; il paradosso qualche giorno orsono. All’ora di chiusura il negoziante è stato fermato da un condomino che gli chiedeva cosa facesse sotto i portici. «Gli ho risposto che stavo lavorando e a quel punto, piccato, gli ho rivolto la medesima domanda. La persona in questione mi ha indicato un cartello, che non avevo mai notato, il quale vieta il passaggio e la sosta a persone e automezzi. Questo condomino non sapeva che io fossi un rivenditore e mi preoccupa che queste persone possano avere proceduto nello stesso modo con i miei clienti. In generale comunque è difficile poter lavorare in un clima ostile: i condomini, ad esempio, hanno proceduto a una manutenzione dell’arredo urbano e hanno posto dei nuovi paletti muniti di catena e lucchetto. Uno di questi sbarramenti è stato posto proprio davanti alle strisce pedonali e alla piattaforma per i disabili; la conseguenza è l’impossibilità da parte di un portatore di handicap di accedere al porticato. Una mia cliente mi ha portato un computer da riparare e, a causa della chiusura, abbiamo dovuto sollevare lei, la carrozzina e il computer poiché oltre alle catene avevano parcheggiato anche numerose macchine in divieto». Abbiamo sentito anche il risvolto della medaglia: Cristiano Vailati abita da tempo nel quartiere teatro dello scontro. «I paletti, le catene, da poco rimodernati, sono stati installati, insieme al cartello in questione, verso la fine degli anni Ottanta per evitare, visto che è una proprietà privata, che gli spazi venissero usati come parcheggio. Quando il sig. Porroni ha acquistato il negozio, quindi, non può non essersi accorto della loro presenza. Devo, inoltre, sottolineare che i paletti lasciano, al lato, uno spazio, di circa un metro, per consentire il passaggio sia ai pedoni che agli eventuali carrelli del carico-scarico. Sotto i portici sono presenti decine di attività commerciali e non mi risulta che né al sig. Porroni né ad altri sia stato negato l’accesso. Il divieto presente sul cartello ha l’unico scopo di ricordare che si sta accedendo a una proprietà privata non soggetta ad alcuna servitù di passaggio. La situazione è difficile: oltre a deiezioni umane, spaccio, gomme tagliate… assistiamo a episodi di microcriminalità. Proprio per questo abbiamo presentato al Comune, a metà del 2011, la richiesta di recintare il complesso».
Ilaria Piermatteo