Caso Tamini: i dipendenti in sciopero giovedì 16 febbraio sotto la sede di Regione Lombardia

Uilm Milano: «Basta incertezza, stop al trasferimento della palazzina uffici da Melegnano a Legnano e al rinvio per il piano industriale»

I lavoratori in corteo lo scorso dicembre

I lavoratori in corteo lo scorso dicembre

La decisione dopo l’ennesima fumata nera in Assolombarda

I lavoratori del gruppo Tamini Trasformatori di Melegnano sono pronti ad incrociare le braccia ed a esigere maggiori certezze per il loro futuro. Nella giornata di giovedì 16 febbraio, infatti, è stato indetto dalle sigle sindacali Uilm e Fiom uno sciopero di 4 ore con presidio a partire dalle 14.30 in via Melchiorre Gioia a Milano, sotto la sede regionale. A motivare la mobilitazione è la crescente incertezza che interessa soprattutto la sede melegnanese. «Nell’incontro tenutosi in Assolombarda con i vertici aziendali dello scorso 9 febbraio, alla presenza delle sigle sindacali e delle Rsu, nessun passo avanti è stato compiuto e anzi è aumentata la preoccupazione – fa sapere Vittorio Sarti, segretario generale Uilm (Unione italiana lavoratori metalmeccanici) Milano -. La proprietà ha infatti confermato il ritardo di 120 giorni dei lavori di bonifica del comparto produttivo, sito a Melegnano lungo la via Emilia, rinviando la riapertura e costringendo i lavoratori che sono stati temporaneamente dislocati a Legnano, Ospitaletto e Novara a continuare a lavorare lontano da casa. A ciò si associa la conferma del trasferimento della palazzina degli uffici, per un totale di 43 impiegati, da Melegnano a Legnano, nonostante non sia ancora stato presentato il piano industriale che era stato promesso». Da qui, dunque, la decisione di indire lo sciopero il 16 febbraio prossimo. «Come si può non avere prospettive certe sull’andamento e sul futuro di Tamini – prosegue Sarti - e dall’altra parte, invece, mettere in atto il trasloco per gli impiegati, facendolo passare come un passaggio fondamentale? Al tavolo in Assolombarda abbiamo richiesto la sospensione del trasferimento perlomeno fino alla presentazione del piano industriale, ma non è stato fatto nessun passo indietro, adducendo come motivazione la scadenza del contratto di affitto dello stabile interessato». I sindacati fanno sapere inoltre che il contestuale presidio che si terrà al Pirellone avrà come scopo quello di portare le preoccupazioni dei lavoratori anche all’attenzione della Regione.
Redazione Web