Inchieste sulle logistiche, la Procura di Milano sequestra 102 milioni di euro a Brt-Bartolini e Geodis e 8 milioni alla Schenker Italiana

Per la Schenker Italiana spa, controllata dalle Ferrovie Tedesche chiesta la sostituzione dell'amministratore con una figura professionale nominata dai magistrati

Secondo quanto scritto dal Corriere della Sera, la Procura di Milano ha notificato, con decreto di sequestro preventivo, ordini di sequestro del valore complessivo di 102 milioni di euro a due colossi della logistica italiana, Brt-Bartolini e Geodis Cl Italia spa, entrambi di proprietà francese, nonché al loro partner Antonio Suma (21 milioni) quale amministratore di fatto di una ventina di coop arrivate a fornire all’uno il 60% e all’altro il 40% del personale. Si tratta di un'iniziativa giudiziaria volta alla bonifica di un settore di mercato alterato dall'illecita circolazione di denaro tra committenti, consorzi-filtro e cooperative-serbatoio di manodopera. Gli imputati sono accusati di evasione dell'Iva mediante emissione di fatture per operazioni inesistenti. Le persone indagate sono i firmatari delle dichiarazioni fiscali 2017-2021, Giorgio Bartolini e Costantino Dalmazio Manti per Brt, e Luigi Francesco Cazzaniga e Fabrizio Airoldi per Geodis. Nella giornata di ieri 8 milioni sono stati sequestrati dalla GIP Marta Pollicino al colosso Schenker Italiana spa, controllata dalle Ferrovie Tedesche. A ciò è seguita la richiesta dei PM al Tribunale di aggravare una misura già in atto, passando dall'affiancamento alla più incisiva sostituzione dell'amministratore con una figura professionale nominata dai magistrati. Tale duplice sequestro fa parte del tentativo da parte della Procura di Milano di «bonificare» la logistica. Negli ultimi tempi anche Dhl (che poi ha assunto 1500 persone e versato al Fisco 37 milioni) e Gls (che, oltre a corrispondere 38 milioni all’Agenzia delle Entrate, ha preso parte a un processo di riabilitazione) sono stati sotto accusa. Il Pubblico Ministero ha però sostenuto che a suo avviso la situazione di Brt-Bartolini e Geodis sembrerebbe essere addirittura più grave rispetto a quella dei due menzionati. Secondo l'accusa, le cooperative coinvolte (tra cui quella della zona di Suma, che ha guadagnato 9 milioni di euro dal 2014 e li ha trasferiti in Svizzera) hanno una grande forza lavoro, evadono le tasse, hanno sedi legali all'estero e ai vertici hanno prestanome stranieri. Inoltre, ci sarebbe una continua rotazione dei lavoratori tra le società che vivono per pochi anni (generalmente non più di tre) e, in alcuni casi, persone già condannate per il reato di somministrazione fraudolenta di manodopera. Perciò il committente può aumentare i dipendenti senza assumerli veramente, ottenendo così un notevole risparmio sui costi del lavoro e sugli aspetti sindacali.